domenica, luglio 21, 2013

Nuotare

E' così pesante camminare sotto al sole, anche se non hai niente sulle spalle, anche se il tuo vestito è leggero e hai un cappello largo a proteggerti la testa,
ed è una sensazione come quella di morire e nascere insieme il buttarti in mare dopo la camminata, nell'acqua fredda, ogni pelo che urla, la testa che pulsa, sembra che tutto il corpo tiri un sospiro di sollievo.
Sono andata in Grecia e sono anche già tornata, è stato un viaggio così intenso, a casa dei nostri amici, un'altra famiglia ci ha accolti e ci ha donato tutto, l'amore l'agnello una nuova vecchissima lingua e tantissime storie.
Come al solito, devo fare un po' di spazio tra quello che ho dentro e il nuovo che è arrivato, ci metto sempre tanto tempo, troppo, e pago tutta la mia lentezza.
Martedì compio 29 anni.
Mi sento già tanto grande. Al mercato mi chiamano signora.
Fare bilanci dovrebbe essere proibito, anzi dovrebbe essere obbligatorio, così per onorare la mia natura ostinata e ribelle (e anche un po' scema), infrangerei l'ordine e di bilanci non ne farei mai.
Sento che non ho combinato molto fino a ora, nella mia vita.
Che non ho fatto le cose canoniche.
Non mi sono laureata. Non ho un lavoro fisso.
Spesso mi chiudo a riccio, mi spalmo sul letto e mi piango addosso.
Non credo in me stessa.
Non vivo all'estero.
Non ho figli.
Non ho risparmi.
So cosa voglio ma non mi sento in grado di ottenerlo.
Ma non doveva finire, questa sensazione, a 19 anni?

Una settimana fa ho preso una nave e ho dormito per terra davanti al mare, ho fotografato la schiuma, lo scafo, il sole nel cielo, il tramonto e un paio di cani che aspettavano di arrivare al porto insieme ai loro padroni.
In quel momento, con l'aria che mi alzava i capelli e la gonna, non mi è venuto da tenere il conto di voti e traguardi.
Masticando le patate fritte ho ripensato alle spiagge che ho visto, alle cose che ho mangiato, ai sassi che ho raccolto, agli animali, e non è che mi sembrasse insufficiente come bottino, o l'abbia associato a un dovere, a una lista di pro e contro, a qualcosa da dimostrare.
Tornata a casa, mi hanno detto che devo imparare a nuotare.
Le bracciate le so fare, a dorso vado velocissima, so stare a galla e non mi fa paura non sentire il fondale. Cosa dici, io a nuotare ho imparato a quattro anni, ben 25 anni fa, alla piscina di Gessi con l'istruttrice cattiva che buttava le chiavi da recuperare nel punto più profondo della vasca e se avevi paura e ti mettevi a piangere ti chiamava fifone e non ti aiutava nemmeno a salire le scale.
Se il costume è comodo, nemmeno ti accorgi che sono partita che già mi vedi tornare.
No Marta io dicevo che devi imparare a nuotare proprio dove sei, senz'acqua né mare.
Ah.
A 29 anni nella tua condizione.
In questa?
Sicuro.
Ne ho passate anche di migliori, eh.
E di peggiori, scommetto
Questo è vero
E allora lo vedi quello scoglio lì, che non ti fa passare? Fai in modo di non aggirarlo. Non puoi trovare scorciatoie. Respira le correnti, prendi freddo, prendi fiato, sentiti i pesci viscidi scivolarti addosso, intorcigliati nelle alghe, bevi il sale, rischia di affogare, sbatti la testa sulle rocce e squagliatela sotto il sole, e intanto continua a mulinare bracciate, ad affrontare le onde, e andare sempre più in fondo senza morire.
...e poi basta?
No.
Ah, mi pareva troppo facile
Devi riuscire anche a goderne
Della lotta per non morire?
Di tutto. Proprio come se fosse una nuotata dopo una lunga camminata sotto il sole, questo mare che ti spaventa come un'opportunità di rinascita, di sfida, di vittoria.
Alla faccia.
Divertiti, Marta.
Ma se non ce la faccio?
L'importante è che fino a qui hai capito che la differenza tra i 19 e i 29 anni sta tutta nel non dover dimostrare nulla agli altri, e amare tutto di se stessi, qualunque cosa siamo diventati. E che fare certi discorsi con il proprio inconscio servendosi del blog non è poi così spaventoso come sembra, anzi, in certi momenti come questo...
Come il premestruo, intendi?
...come la vigilia dei trent'anni, idiota...
Scusa
... scrivere può essere d'aiuto. Come è sempre stato, per te. a 19 come a 9 come a 29 anni. Cosa dici, sei d'accordo?
Può darsi.
Dai, che ti ho convinto.
Sì.
Allora, ti va di nuotare con me?
Proviamo,








6 commenti:

Patrizia ha detto...

Ciao Marta. Forza Marta! Patrizia

Choppa ha detto...

Ciao Patrizia, grazie! :)
"Zitto e nuota, nuota e nuota..."

Giambo ha detto...

Ah, l'istruttrice cattiva della piscina dei Gessi. Non ne fanno più così.

Choppa ha detto...

L'ho rivista un paio di anni fa, caro Giambo, e ho avuto la prova concreta che la cattiveria lascia il segno...

Anonimo ha detto...

Come altre volte, ti leggo e ti sento vicina vicina <3
Anche qui è un po' "ops ho finito i 20, mi sa che questo è l'ultimo!", "ma m'avevano detto che poi era meglio!" mi sento spesso di averne ancora 15 e non è che sia la pacchia che sembra, però altrettanto spesso ne ho 6 o 8 o 10 e osservo tutto col naso all'insù o all'ingiù, cose piccole o grandi, eventi, particolari. E sono contenta di poter vivere con intensità per questa capacità di stupirmi e trovare del miracoloso di continuo, anche se a volte vorrei sfanculare tuttissimo e andare in letargo.
Chow Choppa!
yours, Sindi Leper

Choppa ha detto...

Cara Sindi,
per ora l'unico vantaggio che mi deriva dall'avere 29 anni quasi 30 è: mi sento autorizzata a sembrare una donna, come sembro da quando avevo 12 anni, solo che a 12 anni era un po' malvisto dalle persone medie e invece adesso se sembro una trentenne è perché sono trentenne, e la cosa rassicura sia me che le persone medie (questo fa di me una persona media, però anche più tranquilla). Ah sì, poi sono zia e posso anche vestirmi da vecchia zia. Di altri aspetti positivi ce ne saranno sicuramente solo che adesso non mi vengono.