sabato, febbraio 04, 2012

In Bianco

Non riesco a stare granché ferma; fare la casalinga mi gratifica e diverte ma solo per i primi due giorni: il resto del tempo, a pavimento sgombro e ragnatele estirpate, mi annoio (quest'affermazione avvalla non poco la tesi del presidente Monti sul fatto che fare sempre lo stesso lavoro sia tediante. Immagino cosa debba significare ritrovarsi con un incarico da diecimila euro al mese A VITA come ha lui. Tremendo!)
E così ho chiesto a una cara amica libraia di prendermi per un po' a lavorare con lei, per imparare la catalogazione senza Dewey della libreria più bella del centro di Bologna (e d'Europa, e Del Mondo, se volete il mio parere).
Mercoledì scorso venivano giù i primi fiocchetti di neve, ma io felice mi sono lasciata le pentole da scrostare alle spalle, ho preso il mio bravo 83 e sono andata in centro a scovare libri per le rese.
Mercoledì era anche l'anniversario mio e di Marco. 
I libri da rimandare indietro, quelli che non ha comprato nessuno a causa di un titolo poco accattivante, o un autore poco conosciuto, o una copertina gnegna o un argomento oscuro, si nascondono per non farsi acchiappare. Sembrano dire: "no dai possono ancora prendermi, posso ancora stare qui, su che anche il cinema afghano della prima metà del 900 può essere interessante! Pino Losoìo ha ancora molto da dire sugli amorazzi degli australopitechi femmina! Lasciami qui, lasciami qui!", ed è sempre una lotta riuscire a scovarli tra le pile dei bestseller e i monoliti di fotografia. 
Ed è sempre un misto di dolore e soddisfazione quando ne afferri uno dopo ore di ricerca e lo piazzi sulla pila dei rispediti al mittente. 
Mercoledì ci ho messo anche più del solito a trovarli tutti, perché con un occhio guardavo gli scaffali e con l'altro la strada fuori, cercando di calcolare mentalmente la proporzione "fiocchi di neve che cadono : probabilità di uscire a cena a festeggiare il nostro anniversario. 
L'ho chiamato, mollando per un attimo le rese, che tutte insieme hanno tirato un sospiro di sollievo, pensando di averla scampata.
"Amore, com'è la situazione lì? Riesci lo stesso a venire? No perché qua sta venendo giù bene eh"
"Tranquilla, ce la faccio, ci vediamo davanti all'indiano alle otto"
E ho ripreso a cercare manuali di chimica per principianti.
Dopo mezz'ora di dragaggio una coltre prepotente si è stesa su tutti i ciottoli, e allora l'ho richiamato
"Ma senti qua è tutto bianco, che dici? Torno a casa?"
"Ma se ti ho detto che vengo, vengo! Sta' calma, ce la faccio"
"Ok allora sto tranquilla, io son là alle otto ok?"
"Sì! Ci vediamo dopo"
"No aspetta...Marco per favore dimmi se non ce la fai, che esco prima, prendo l'autobus"
"Opporc...ascolta, ci vediamo là davanti, adesso metto giù che devo andare in bagno"
"Ok, ok. a dopo. Ah, senti..."
"EH!"
"Ok no niente, volevo solo dirti che sono contenta che siano già tre anni. Non sembra, vero?"
"No, sembra di meno...anzi, di più...anzi di meno...non lo so. Non conto"
"E' questo il bello"
"Penso di sì"
"A dopo amore"
"A dopo"

E niente, è finita che non ce l'ha mica fatta, ad arrivare.
Da noi erano già caduti 30 cm di neve, le catene non si montavano, le gomme slittavano, i lupi ululavano e gli spazzaneve non passavano e l'83 neanche e allora sai che c'è? Non vengo. 
Io ci ho messo due ore e mezza per fare due chilometri verso la stazione dei taxi, e un'altra ora prima di prenderne uno, bestemmiando nel gelo al telefono brutto s****proprio oggi e io che te l'avevo chiesto tre volte, non una, TRE, se riuscivi a passare, porc@%**** vado a dormire da mia sorella!!
Il terzo anniversario del nostro amore incoronato da svariati fanculi.

Poi il giorno dopo era tutto bianco; mi sono alzata rantolando dal divano letto della sorella maggiore che avevo ancora i capelli un po' umidicci, a Bologna silenzio, i treni fermi, l'autobus stipato preso col cognato e le vecchine urlanti "devo scendere non faccia salire più nessuno, autista! AUTISTA! BRISA FER AL STRANZ, BOIA D'UN MAND LEDER!", e ci ho messo altre tre ore per arrivare a casa trascinandomi dietro una signora piccolina che non sapeva come raggiungere Casalecchio.
"Venga con me", le ho detto
e con il mio impermeabilone le ho fatto strada attraverso una città che sembrava uscita da un documentario sulla Kamchatka. 
Sono arrivata che lui era lì, io grondavo umido e neve, era rimasto a casa dal lavoro perché di autobus non ne era passato neanche uno, e appena mi ha vista coi piedi gelati le mani crepate la borsa ripiena di pive mi ha stretta e mi ha detto
"Mi dispiace tanto".

Da tre giorni andiamo avanti a "oooh guarda che bella neve, come scende, ce n'è un sacco!" e zuppe di fagioli, ci inventiamo i pasti raschiando gli anfratti del frigo e lanciando occhiate sempre più fameliche alla Prisci, riscaldandoci nel piumone e osservando con sgomento i balconi diventare soffici. 
Ieri ho preparato lo spezzatino con il purè senza burro con l'ultimo latte rimasto, ieri l'altro la pizza senza pomodoro un po' perché ci fa acidità e un po' perché non ce n'era più, e stasera credo che abdicheremo a un kebab portato eroicamente da un fattorino delle nevi, mentre beviamo l'ultima lattina di guaranito rimasta in frigo da tre spese fa. 
E' il più bell'anniversario di sempre, lungo una settimana, noi due in mezzo alla bufera: da soli senza possibilità di uscita, una vera prova di resistenza emotiva. 
Sei il mio guanto di lana impermeabile nella neve, quello che voglio inventare, supercarino fatto a maglia che però non si bagna mai, e sono così felice di stare con te.

Però magari la prossima volta AVVERTIMI PRIMA!





2 commenti:

lucanellarete ha detto...

sì che bello il bianco però anche basta, che il nostro povero sindaco non regge più il conto delle figuracce che sta facendo
auguri comunque, bravi, se avete resistito alla bufera siete pronti a tutto!

Choppa ha detto...

vero? L'ho pensato anch'io, per consolarmi!
Non so se sia tanto meglio il nostro, di sindaco, che ordina ai cittadini di spalare perché per risparmiare ha dato l'appalto degli spazzaneve a una ditta farlocca che ha lasciato tutte le strade ingombre. Mah.
Comunque non mi lamento: adoro la neve in ogni caso!
baci