giovedì, giugno 26, 2008

Watching the Wheels

Ho perfino sentito dire: "sto in ufficio perchè almeno c'è il condizionatore e riesco a studiare".

Ho sentito "mi fai i passatelli in brodo?" e "se lasci acceso ancora un po' il computer ci condisci la pizza", ho visto un tovagliolino da bar prendere fuoco, una maglietta scucita, ho visto un riccio morto sul ciglio della strada.

"Dei bambini IDIOTI hanno messo un petardo sui pungliglioni di un riccio e l'hanno fatto esplodere".

"Non si dice pungiglioni, si dice aculei".

I campi di grano senza grano hanno un verde che non mi convince del tutto. Ho visto il mio frigo riempirsi di cocomero e bibite gassate, ruttare esalazioni di verza e ringraziare dello sgravio invernale.

La signora C. domandarmi come sto, se le cose siano cambiate o se siano ancora le stesse nonostante l'età dovrebbe portare a pensare a una maturità quantomeno prossima al profilarsi all'orizzonte, che sei matta a fare quello che fai, che non sai cosa perdi non dandoti da fare con gli ultimi esami con l'ultima tesi con l'ultima estate con l'ultima occasione con l'ultimo progetto che sicuramente manderai in fumo con l'ultima dieta con l'ultimo sorso con l'ultimo ballo con l'ultimo bacio con l'ultima parola che è mia e sarà sempre mia, capito bambina?

E quando ti laurei?

E quando vai a Roma?

E dopo cosa fai?

E quest'estate dove vai?

E quanto sei dimagrita?

E cosa mangiamo stasera?

E loro cosa dicono?

Di te, di questa cosa, del tempo, del caldo, del governo, del merito, di Donadoni, delle ruote che girano e delle ombre che continui a guardare sul muro?

So cosa dico io a loro, so che gli dico che non devono preoccuparsi per me, sono solo seduta qui a fare tempo.

Fare tempo, che espressione. "I'm just sittin' here doing time".

Se guido metto su "Lennon Legend" e canto sempre le stesse tre canzoni: "Mother", "Cold Turkey" e "Watching the wheels".

Se non ne ho voglia frugo con una mano nella borsa mentre con l'altra cerco di non montare sui marciapiedi, tiro fuori l'mp3, incastro gli auricolari nelle orecchie e mi sento "Proud Mary", "Never tell", "Bad day", "Crestfallen" e se non sto attenta "Underneath".

Ho visto una casalinga con i capelli a spazzola incastonata in una smart tirare giù il finestrino e dire "che cazzo strilli?" a nessuno in particolare, al traffico alla vicina di casa che sgocciola il bucato sul suo balcone all'aumento dei prezzi, all'afa, a me, al silenzio che si dilata lungo le giornate d'estate.
Perchè se apri la finestra adesso, provaci, non senti nulla.
Ti ci puoi fare il bagno in questo caldo, ti ci puoi torcere e agonizzare e disperare e macerare nel ricordo, ma non fa rumore.
Anche se lo riempi tu di grida, di canzoni, di tacchi, di risucchi, di tasti, di gracidii di ululati di urla di gatti in amore nella notte, non senti niente.
E non c'è nessun altro strillo più forte del silenzio.

2 commenti:

Baol ha detto...

Sei meglio di Ferlighetti :D

ai bambini il petardo andava messo nel culo!

Choppa ha detto...

Ma lo sai che avevo una mezza idea di proporre la traduzione di alcune poesie tratte da "Paroles" di Prèvert?
Ferlinghetti ne ha curata un'edizione niente male. Comunque sì, sono decisamente meglio di lui. Ho i capelli.
:)