martedì, ottobre 16, 2007

Brisa Diferenzièr! -per la raccolta porta a porta-


Erano anni che combattevo contro i cassonetti.
Davanti alla porta di casa mia e proprio sul ciglio della strada più trafficata della provincia.
In pratica, ogni volta che volevo buttare un resto di panino o una lettera minacciosa della mia banca rischiavo di finire arrotata dal camioncino del Bofrost.
Per non parlare del disagio di venire svegliata alle tre di notte dalle dolci vocine degli operatori dell'Hera:

"Più giù quel carèllo che c'è da prendere un carico grosso! Sòccia alza bèn quel coso Gianni, che què son tott'ed merdauni che butàn dentro sinza gnienca guardér . Oh, zitadèin! Brisa diferenzièr!"

E il camioncione a fare a gara di sfondatura del decibel "biiiip biiii biiiiip ....SBADARACRAAASH!"
Non menziono poi il greve olezzo che imperniava la zona di raccolta spazzatura: un piacere uscire la mattina e inalare la scia untuosa lasciata da centinaia di pasti appenninici lasciati a macerare tutti insieme per tre notti.

Bisognava darci un taglio.

Ci ha pensato il Comune: una lettera del sindaco Gino Passarini ha informato tutti i cittadini che, con garbo, saranno OBBLIGATI a fare la raccolta differenziata.

Tutti i giorni.

Per il resto della loro vita.

Il che vuol dire: separare carta, plastica, vetro, alluminio, rifiuti organici e inorganici e mettere tutto in appositi cestinetti (dalle dimensioni assai ridotte, a dire il vero) da porre in bell'ordine fuori dal proprio cancello, pronti ad essere raccolti da ridenti operatori in tuta arancione (si spera muniti di elegante bavaglio in tinta, ben stretto sulla bocca).
Il che vuol dire: ogni giorno passerà un ridente operatore arancione a raccogliere un tipo di rifiuto diverso.
Per esempio, giovedì non più gnocchi ma raccolta organico, martedì non più trippa ma raccolta plastica.

Separare, pulire, stare attenti, sminuzzare i rifiuti troppo grossi.
Tutto questo dal 5 novembre, nel mio e in altri comuni limitrofi, come già avviene in Inghilterra e Francia da almeno 10 anni, e in grandi città come Firenze e Roma da 5.

Mi ci vedo, a scrostare i grumi di marmellata avanzata dai barattoli di vetro, a chiudere i sacchetti antiodore pieni di assorbenti e porli in balcone "perchè oggi è lunedì e quello dell'indifferenziato arriva solo dopodomani".
E me lo vedo mio padre a girare il bastone della compostiera, giù nell'orto, con sei gradi sottozero.
C'è il rischio che tutto vada a ramengo, con scarti di braciole e bottiglie di Yoga lanciati in mezzo alla strada in segno di protesta, disagi per i cittadini più anziani, più sacchettoni neri in giro e meno comodità.
Ma dopo i primi tempi di assestamento, c'è la possibilità di ottenere grandi risultati: un minor carico per inceneritori e discariche, meno inquinamento, meno puzza, meno costi, meno qualunquismo nel gettare sconsideratamente ogni cosa che ci arrivi sottomano, un grande miglioramento per la qualità dell'acqua, dell'aria e dell'ambiente in generale.

E soprattutto, meno cassonetti e meno rischio di finire spiaccicati sotto ai Garelli di passaggio.

Ci sto!

...E voi?

8 commenti:

guccia ha detto...

Io la faccio da anni, ma non passano a ritirare, porto tutto io nelle campane colorate dopo aver fatto tutte quelle puzzolenti e scomode azioni che hai descritto alla perfezione... sacrificio per l'ambiente fino a scoprire che passa un camion unico che butta tutto insieme in discarica... ggrrrrr
Mi hanno assicurato che non è più così, io continuo imperterrita a farmi prendere per il sedere, credendoci.

Choppa ha detto...

credesce, credesce! :)
Anche solo differenziare tra organico e no fa la differenza.

Gianfranco ha detto...

Qui, nella dodicesima città d'Italia in fatto di popolazione, la raccolta differenziata esiste solo sui cartelloni pubblicitari, e non solo per colpa dei cittadini...

Anonimo ha detto...

Qui a Liège è già così da anni!
Anche se la difficoltà è distingure bene cosa mettere in un sacco e cosa nell'altro! Per esempio carta, vetro, plastica e organico ( cioè come faccio a Bologna portando nelle campane ) è facile, ma gli imballaggi di plastica dei biscotti? Il cartone tetrapak del latte e dei succhi? I barattolini di plastica dello yogurt? Carta, plastica o organico? Altro problema: i sacchetti in strada lasciati giorni e giorni puzzano ugualmente, soprattutto dove il tempo non è rigido e non sono molto igenici. Spero che pensino a tutti i possibili inconvenienti e che forniscano come qui un opuscolo dove tutto è dettagliatamente spiegato. Ovviamente, viva il riciclaggio!
Baci Giorgia

Choppa ha detto...

Sì, danno un libretto esplicativo!
Ma se non avrai voglia di leggerlo ho la soluzione: la mamma della Cinzia. Sa già tutto!

baci

ps: i vasetti dello yogurt in plastica vanno prima lavati dai residui di yogurt e poi messi nella plastica.
Uguale per i sacchetti dei biscotti e per i cartoni tetrapak.
Comunque beata te che hai il tempo di prenderci l'abiutdine...quando torni ti tocca!

Anonimo ha detto...

ciao choppa, la sto facendo

Anonimo ha detto...

Già, una bellissima iniziativa...speriamo non sia troppo ardua e incasinante...conoscendo il comune rischiamo davvero di trovarci stile napoli col rusco che viene incendiato! Comunque era ora! un pò di autocoscenza

Anonimo ha detto...

però non lavo niente. mi aumentano la bolletta, la differenziata la faccio io, e cosa vogliono ancora?! (hanno tutti i camion nuovi) è già tanto che lavo le mie cose