lunedì, ottobre 09, 2006

Lo Zen e il Fenomeno dell'Aquaplaning

Il 2007 ha già preso il megafono in mano e urlato:

"GENTE, SARO' L'ANNO DELLA MATURITA', DELLE PRIME VOLTE, DEL FINALMENTE CE L'HAI FATTA, DELL'INDIPENDENZA, DEL FUTURO, SARO' L'ANNO IN CUI COMPIRAI LE SCELTE DEFINITIVE PER..."
Poi gli ho tirato una bottiglia di sidro biologico addosso e per fortuna si è zittito.
Però ha ragione, dannazione.
Non solo il prossimo anno mi vedrà presumibilmente laureata (qui lo dico e qui lo nego, decidete voi quale sia l'opzione più plausibile), ma anche posseditrice scaltra di PATENTE B!
C'ho messo cinque anni a decidermi di varcare la scivolosa soglia della locale scuola guida, forse perchè non so neanche come si scriva servosterzo e ho paura ad attraversare fuori dalle strisce.
Diciamo che il mio rapporto con la strada è sempre stato un po' complesso, da quando a cinque anni sono scivolata fuori dall'auto in corsa che mi portava all'asilo e sono finita in un fosso bagnato dalla bruma mattutina. Se vedo un camion in autostrada chiudo gli occhi e trattengo il fiato. Immagino che dovrò imparare a non farlo più.
Comunque, mi sono iscritta. Forte degli incitamenti degli amici stufi di sentirmi implorare passaggi, ho preso in mano coraggio e risparmi di una vita e ho cominciato a frequentare le lezioni.
Due volte alla settimana incastro il mio culone in una sedia di cartongesso grande come un oblò di lavatrice, cerco di capire le nozioni che mi permetteranno di passare il test e non morire al primo incrocio e, memore delle parole del guru Luca Dirisio, mi ripeto "calma e sangue freddo".
Non faccio caso alle fresche diciottenni perizomate che mi circondano e che sanno già scalare le marce, ai ragazzetti con la cresta irta che le lumano arrapati e alle domande dell'istruttore che fa il simpaticone e dice
"'Sta cazzo di ruota, 'sto cazzo di parabrezza".
Di tutto pur di farsi ascoltare da una platea di maturandi già del tutto sgamati e senza il minimo scago di venir ingabbiati per excess of speed, cioè.
Per ora procede, alla fine dell'ora stappo le chiappe (POP!) e me ne torno a casa respirando col diaframma per non farmi prendere dallo sconforto di
A- Non aver ancora ben chiaro cosa sia, il servosterzo
B- Frequentare un ambiente nel quale mi sento già vecchia. A 22 anni.
Mi vengono in aiuto la meditazione, gli incensi alla camomilla e il fatto che quando torno a casa mia mamma ha già preparato la cena e non devo pensarci io.
Ommmmmmmmmmmmm..............

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