Scusate il silenzio tombale che circonda questo blog, ma non trovo il tempo per vedere "Un posto al sole", figuriamoci per scrivere!
Gli esami sono sempre più numerosi e sempre più vicini, con i loro manualoni da preparare in meno di due settimane e le loro attese negli atrii bui e polverosi delle vetuste facoltà umanistiche;
i ragazzini in cerca di bei voti si ricordano solo ora che la scuola sta finendo e io corro da un capo all'altro della città per cercare di fargli imparare i phrasal verbs;
il corso di cucina multietnica sta dando i suoi frutti (e i suoi dolci, e i suoi pani, e le sue zuppe....) e ci sono in ballo un paio di ricevimenti per i quali ci stiamo preparando e ai quali ovviamente siete tutti invitati;
il giornalino per il quale collaboro reclama articoli, perciò eccomi a intervistare assessori e comuni cittadini;
sto traducendo un'infinita relazione architettonica dall'italiano allo spagnolo
E,
come se non bastasse,
mi prude terribilmente un orecchio.
Il sinistro, per la precisione.
Maggio è un mese così, lo è sempre stato. Frenetico e senza un filo logico, mi sballotta ovunque come una pallina rimbalzina, ma in fondo mi piace avere tanto da fare.
C'ho pure i cuscinetti adiposi che attutiscono i colpi, di che mi lamento?!?
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