domenica, aprile 02, 2006

Tempura Permettendo


Le cinque del pomeriggio: io persa nei pensieri autodistruttivi giunti col fhon della primavera, mezza morta per gli strascichi dello stress da esame e da quattro ore di lavoro ("ecchessarààààà!!" diranno i miei amici lettori operai, e c'hanno pure ragione)e in pieno mood "nessuno mi vuole bene, passerò questo assurdo venerdì sera e tutto il weekend in compagnia delle repliche di Amici e di una vaschetta da un kilo di gelato malaga".
E invece no! Squilla il telefono e l'amica Giorgia, con la sua voce ultraterrena mi flauta "Non voglio che t'ammosci ancora di più, pensavo di andare dal giapponese!"
Fantastico! Sono sempre pronta ad ogni prima volta, proprio come dice Niccolò Fabi nella sua ultima canzone, e scusate se è poco.
E quindi andiamo, lei ultra gasata che mi spiega cosa siano i maki, come si usino le bacchette, che differenza corra tra sushi e sashimi, e io con gli occhi lucidi per la novità, impaziente di entrare e gustarmi la cena e l'atmosfera.
Veniamo accolte da una piccola e graziosa cameriera che domanda "Siete tlè? Non c'e' più tavolo pettlè, va bene bancone?". Va bene bancone, anche se sono un po' pepplessa. Odiale sgabelli più della mòlte.
In realtà, il bancone si rivela la posizione più strategica: corre intorno alla cucina-isola-pagoda posizionata al centro della sala, dietro la quale tre cuochi in tenuta da skater maneggiano con abilità impressionante ingredienti ed utensili.
Dalla piastra, proprio davanti a noi, si alza un metro e mezzo di fiammata.
Comincio ad essere gasata anch'io!
Dopo lunga indecisione opto per il "Menù Sushi":
-Zuppa di soia fermentata-
-Insalata di germogli di soia-
-Coscia di pollo a pezzettini con verdura saltata-
-Riso bianco-
-Sushi speciale-
E dopo pochi minuti cominciano ad arrivare questi rotolini meravigliosi di riso e pesce crudo, la zuppa calda e delicata in una coppetta sottile di terracotta, e le codine di gambero sigillate al riso con una strisciolina d'alga...il paradiso!
Mi sembra tutto così curato, preciso, gentile che mi perdo a contemplare il mucchietto verde di salsa wasabi e il rosa tenero del salmone, componendo un haiku e sognando i ciliegi in fiore. Per cinque secondi, poi divoro tutto.
E' talmente buono il pollo, e l'insalata è una favola...magari un po' difficile da mangiare con le bacchette, e quella salsina è andata a finire più sulla mia maglietta che nello stomaco, ma mi diverto un sacco e imparo subito ad intingere il riso nella soia, il sushi nel wasabi e le labbra nell'acqua gelida per spegnerne l'incendio.
Intanto, guardo affascinata il ragazzo che lavora alla piastra: per due ore affetta, mescola, rompe, amalgama, cuoce senza smettere mai e senza toccare niente con le mani. Solo due spatoline per creare piatti squisiti, per sapore e presentazione.
E sempre con la stessa espressione cucita sul volto, più o meno quella di un quintale di porfido. Credo che ormai, a lui, l'emozione di trovarsi nel bel mezzo di un romanzo di Gibson sia passata, ma a me no.
Io ho appena cominciato!

7 commenti:

Andrea (sdl) ha detto...

mmm, ADORO IL SUSHIII!!! M'hai fatto venir fameeee :D

Andrea (sdl)

Choppa ha detto...

Adori anche la temibile wasabi?
Credo che gran parte della bontà del cibo giapponese stia nel fatto che è così diverso per il nostro palato, abituato alla pasta al sugo. "Razzle, dazzle them, and they beg you for more", come dice Billy Flinn in Moulin Rouge....

Pa ha detto...

Mi fa molto piacere che ti piaccia il giapponese, bene bene :-D

Choppa ha detto...

Organizziamo un'uscita a bacchette in mano? ;)

Pa ha detto...

No, ho un pò voglia di riscoprire i piatti tipici della mia città.

Choppa ha detto...

...mmh, il solito trittico tortellini-cotoletta bolognese-crema fritta?
Ha sempre il suo fascino, lo ammetto!! ;)

Andrea (sdl) ha detto...

Adoro TANTISSIMO il wasabi! E' troppo buonoooooo

Andrea (sdl)