lunedì, marzo 27, 2006

Imodium Ex Machina


Immaginate la scena: io e il dolce Peppe in giro per Bologna, prima autentica giornata di primavera, sole e nuvolette bianche, gente allegra per strada e un tavolo per due prenotato nella strepitosa Trattoria da Pietro.
Sono cosi' di buonumore che l'unica cosa che vorrei ammazzare e' il tempo, e mi dispiace anche un po'. E' solo mezzogiorno e ieri sera al telefono, alla simpatica moretta del ristorante ho detto "arriviamo verso l'una"; cosi' non resta che goderci la splendida giornata in attesa che giunga l'ora del pasto. Passeggiamo sereni lungo via Indipendenza: le vetrine delle pasticcerie sfoggianti precoci colombe pasquali e qualche fritto retaggio carnevalesco, gli stivali che occhieggiano arroganti da dietro il vetro di Bata, il mercatino Decomelart sempre uguale a se stesso, con le sue babbucce di lana cotta e i fermacapelli di cuoio fatti a mano.
Al culmine del piacere visivo, me ne esco con la proposta geniale:
"Manca ancora molto, andiamo a vedere il ruscello dietro lo sportellino?"
(Parentesi per chi non e' di Bologna: in una laterale di via Indipendenza, aprendo una finestrella, si vede un autentico fiume che scorre tra le case del vicolo. Cio' dovrebbe far pensare alla bontà dell'idea di costruire una metropolitana a Bologna... e al numero di pantegane presenti nelle abitazioni di tale vicolo, ma insomma è un posto romantico e se ci passo vicina non perdo occasione di visitarlo...e così, anche oggi.....)
Il dolce Peppe acconsente.
M'incammino sorridente, commentando le cose che vedo, sicura di essere seguita dal mio compare.
Dopo qualche metro mi accorgo che non è così.
Mi volto per vedere cosa sia successo: vedo una figura piegata a metà, il volto madido di gelido sudore e le mani tremanti.
"Oddio che c'è, ti senti male?"
"No no, continua..no...aiuto, ma manca molto all'una?"
"Si', piu' di mezz'ora...ma devi andare in bagno?"
"eeeeh...."
Al che lo vedo barcollare, pronto ad accasciarsi in mezzo al portico.
"Entriamo nel primo bar, prendo un caffè e tu vai in bagno, ok?"
"...sì..."
Col piglio deciso che ho imparato ad assumere nelle situazioni di emergenza lo trascino verso un cubicolo lungo e stretto che solo nelle zone più sfortunate del pianeta potrebbe chiamarsi Bar.
"Io non entro, ho paura che sia sporco..."
"E va bene, andiamo da McDonald's"
"...."
"Senti, se te la stai facendo sotto non puoi fare tanto lo schizzinoso!"
"....come vuoi tu..." ormai lo vedo reggersi lo stomaco con le mani: conosco bene i sintomi di una diarrea fulminante e metto le ali ai piedi.
Il pagliaccio di Ronald McDonald sorride ironico dalla Porta del Paradiso.
Ordino due bicchieri di tè freddo, perchè si sa che a chiedere solo la chiave del cesso si fa brutta figura.
"Limone o pesca?"
"limone, limone..." vista la situazione...
"3 euro e 20".
"Accipuffolina....e la chiave del bagno la posso chiedere a lei?" Intanto sento le ondate di panico e dolore arrivarmi dallo stoico Peppe, muto nel cordoglio del suo ventre pronto ad esplodere.
"No mi dispiace, il bagno non si può usare fino all'una, abbiamo avuto dei problemi..."
La mia faccia rotola giù, il cuore da qualche parte vicino a Xabraxas e ai demoni tutti dell'Inferno.
Do la notizia al Peppe, che sardonico commenta:
"Ma Porca Mignotta."
Con i bicchieroni e le patetiche cannuccette in mano, risaliamo le scale in tutta fretta. Decidiamo che, una o non una, andiamo da Pietro e dal nostro sicuro tavolo prenotato ("e dal suo sicuro bagno immacolato", aggiunge il cadaverino ambulante), ma il tè?
Di berlo non se ne parla, buttarlo spiace, con quello che è costato...
Decido di regalarlo al primo passante.
Felice dell'ideona, mi avvicino a due giovani turiste. Porgo i bicchieri colmi e un sorriso di pace.
"Lo volete del tè freddo?"
Le due guardano prima i bicchieri di polistirolo, poi me, poi inorridiscono e balbettano
"n-n-no, grazie". E perchè poi?
Ripiego su un ragazzo senegalese che sta vendendo imitazioni di borsette Gucci, che dapprima mi scruta e rifiuta.
"Guarda che non l'ho bevuto, è nuovo! Vedi, le cannucce non sono aperte".
"Ah, allora va bene".
Fatta! Corriamo alla Trattoria, abbiamo prenotato, ci apra! Presto!
Ci sediamo al tavolo, anzi io mi siedo mentre il dolce Peppe corre in bagno, imbarazzato in tutti i sensi.
Dopo qualche minuto, il volto finalmente disteso, torna e commentiamo l'accaduto.
Mi soffermo sul fatto che la gente non volesse accettare immediatamente l'imperdibile offerta di un litro di tè freddo gratis, e in una giornata così calda come questa.
E il Peppe, ritrovati la salute, l'appetito e la lucidità, dice:
"Ma perchè scusa, tu accetteresti un bicchiere di tè da una che c'ha un herpes da influenza sulla bocca grosso come un mandarino?"...
Nella foga del momento mi ero scordata del mio piccolo difettuccio passeggero.
Ci siamo fatti una risata e abbiamo mangiato felici.
E poi siamo andati a comprare una scatola d'Imodium.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

L'imodium ha funzionato e sono tornato
a casa senza contrattempi.

Anonimo ha detto...

Potevate andare in Sala Borsa o da Benetton (ultimo piano)....

Choppa ha detto...

Sono aperti la domenica?
Ho pensato anche a tutte le facoltà possibili (tanto il badge per entrare l'avevo io...), ma credo che nel giorno del Signore siano tutte chiuse...