sabato, febbraio 25, 2006

Cuore


Ora che te ne vai e mi lasci sempre meno sola,
ora che non ci sei sara' un'altra musica
un'altra verita' per chi vivra'... per chi verra' vedra' vedrai vivra'.
E ora che te ne vai ho smesso di fumare
e non ho piu' rancore per tutte quelle cose che avrei voluto dire
Da principio era la neve, non e' stata colpa mia
siamo andati in culo al mondo ma ci sei finito dentro,
e ci son venuta anch'io che mi son venduta a dio
per non esserti lontano
in un giorno disumano.....ora che te ne vai.

Ascolto la Nannini e immagino due mani aperte, una sull'altra, con una sfera di vetro dentro che riflette il blu della sua voce e di un orizzonte patetico e psichedelico, alla Escher. Un Escher innamorato, pero', non calcolatore come sempre.
Mi sdraio sul letto con il lettore portatile in grembo e mi leggo le parole di questa, che secondo me e' la rocker italiana vera, altro che quelle mezze calzette tutte trucco e tv della Berte' e Dolcenera.
Sento le chitarre di Fabrizio Barbacci, alcune melodie orecchiabili e di un'intensita' che si fatica sempre piu' a trovare, spesso accompagnate da parole degne per densita' e malinconia rabbiosa.

Sono in un periodo piu' che incasinato, per gusti, per situazioni, per scelte che non mi costringo a fare quando invece dovrei, per voglia di essere felice e inseguire la solita brama di sorridere e starmene sdraiata su un prato innamorata della terra, di qualche verita'.
E questa musica, mettendo da parte il soul, e' quello che mi serve per tirarmi su o, come in questo caso, farmi piangere, urlare parole sconnesse e sfogare una volta per tutte.
Che tanto lo so che non smetto mai, che mi succede una volta ogni due mesi e l'inquietudine in lotta con l'equilibrio dovuto vince dentro la mia testa sempre, e nel cuore.

...E se il tuo silenzio diventasse gente, ti potrei seguire in volo...finalmente...
...Chiudi gli occhi -vedi- quelli siamo noi, quelli sempre in fuga all'orizzonte noi, quelli maledetti con i sogni in gola, quelli che vivranno per una volta sola....

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