domenica, novembre 24, 2013

La radice



Ci sono!

Cammino sui marciapiedi pieni di foglie gialle.
Sono qui, ho 29 anni. Ancora nessun figlio. Ancora a fare la baby sitter.
Capelli lunghissimi, molti dei quali bianchi. Un armadio in perpetua implosione.
Sto provando a scrivere il nuovo libro ma ho capito che mi ci vuole calma, tempo, soprattutto mi ci vuole di essere presente a me stessa e di scrivere come lo so fare, non come lo vogliono gli altri.
Sembra scontato, sembra il capriccio di chi sa con certezza che comunque, qualcun altro che legga le sue storie, c'è.
Eppure non è una passeggiata.
Essere se stessi, essere coerenti con la propria vita e le proprie scelte. Prendersi la responsabilità di avere questi capelli, questo esatto numero di idee, di nei e di braccia.
Dirle.
Dire le cose.
Non importa quanto siano brevi, o piccole, o sepolte: si deve scavare.
Da quando ho sentito che mi si è piantata una radice dentro, che si è conficcata con uno szoc nel cuore, ho deciso che non voglio tradirla; tradirla sarebbe come volerla sradicare, e invece no io voglio che attecchisca sempre più in profondità, che diventi parte del mio sangue, dei polmoni: che si alzi con il mio respiro, che cresca e si inerpichi tra gli organi. Voglio che germogli.
Allora ho deciso di dire sempre la verità.
A chi mi sta sulle palle, dirgli: sai, mi stai sulle palle.
A chi mi ha fatto male, farglielo sapere.
Dire a me stessa cosa voglio, cosa mi interessa e cosa no.
Ho sempre avuto paura di scontentare gli altri. Io ero brutta, incapace, un po' pasticciona, inadeguata. Così dovevo sempre fare tutto per tutti. Comportarmi come volevano gli altri, o anche fare più di quanto richiesto.
Dire sempre sì.
Da quando mi è nata dentro la radice, invece, se provo a dire di sì a quello che non voglio fare, quella si ribella. Mi entra nel naso, mi soffoca. Mi stringe la gola, non mi fa respirare.
"Sì, sì. Certo, subito"
e la radice piano piano avvizzisce e muore.
Così dico di no.
Basta alle situazioni che non mi fanno sentire bene. Basta all'essere trattata male dai datori di lavoro, basta ai "ti pagherò" e ai "scusa ma sai non posso pagarti", basta alle amicizie per modo di dire e per convenienza, ai rapporti poco chiari, alle persone che non sono sincere.
Basta a me, quando non sono sincera.
Questa radice qua mi mette in situazioni strane.
Mi fa ricevere abbracci da persone sconosciute, parlare apertamente con chi rifuggivo da una vita. Mi fa prendere la macchina quando è a secco, senza paura di fare da sola la benzina al self service. Mi fa prendere lunghi respiri e alzare la testa e ridere guardando il cielo.
Mi fa pensare cose bizzarre, che potrei essere in grado di essere mamma, che non c'è fretta, che tutto quello che desidero lo posso ottenere.
Che non devo mangiare tanto per sentirmi sazia.
Mi fa provare una profonda gratitudine.
Da quando ho cominciato a dare retta alla radice, tutto è cambiato.
E' come se mi si fosse aperto un varco dalla testa all'ombelico, una galleria d'aria fresca, nel quale lei possa farsi un nido.
Ho lei  che scava e mi dice che sono brava. Accogliente, forte. Che dentro di me c'è un terreno umido e fertile. Che non ho bisogno di oscurarmi la vita con la privazione e il senso di colpa, che le piante per crescere hanno bisogno di luce.
Non so dove mi porterà, questa radice.
Per adesso ho 29 anni, i capelli lunghi, alcuni bianchi, e faccio la baby sitter.
Sto scrivendo un altro libro. Mi si è rotta la lavatrice.
Non so che nome abbia, questa radice.
Ma da tutto quello che mi porta a fare, penso che si chiami coraggio.



3 commenti:

cooksappe ha detto...

ci sei!

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto venire i brividi.

Sarà perchè mi ritrovo in quello che dici, sarà perchè abbiamo millemila cose in comune, sarà perchè... non lo so, forse neanche c'è un perchè, ma ho sentito un brivido fare un giro sulla schiena quando ho letto questo post.

Sei brava.

Lucia.

Choppa ha detto...

Ciao Lucia,
GRAZIE!
Che cos'abbiamo in comune?
Un bacio

Marta -choppa-