martedì, gennaio 29, 2013

Aspetto che ritorni

Ultimamente amo fare i plum cake.
Oltre a essere il dolce preferito da Zerocalcare,  sono anche tra i pochi dolci che mi riescono sempre, o quasi. Un altro è il cheesecake ma non ho quasi mai gli ingredienti per cucinarlo, e quando vado al supermercato mi scordo apposta di prenderli per non rischiare di trovarmi, per puro caso, a mezzanotte, con la faccia infilata in una torta da 2000 calorie a fetta.
Il plumcake invece è leggerissimo, veloce da preparare, assolutamente consolatorio e privo di glasse 50% pectina e 100% sensi di colpa.
Ne ho appena sfornato uno con arance e mandorle che vengono direttamente dalla Calabria.
Mi ricordo quando, un anno fa, ballonzolavo per le strade di Pietrastorta dietro a un immenso camion con rimorchio colmo di scarti della lavorazione delle arance.
A me pareva neve.
"Cos'è quello, lo sai?" mi chiese Marco
"Sì certo, è neve"
Sì certo, a Reggio Calabria in piena quaresima.
A Marco per poco non era andata di traverso la saliva
" Ahaha, maccheddici! Sono gli scarti della lavorazione delle arance!"
Nella luce dei fanali, sembravano resti di precipitazioni ingrigite dalle strade.
Guidare dietro a montagne di bucce e calotte di agrumi, lungo una strada in discesa verso il mare, è una situazione talmente lontana dal mio quotidiano da sembrarmi ancora incredibile, quando mi torna in mente, quasi onirica; come se non potesse esistere un'immagine del genere e l'odore di sale, arance e scappamento, ai piedi dell'Appennino.
E infatti non esiste.
Mi tocca ricrearlo da me, nella mia cucina, squizzando le arance nell'impasto del plum cake, tritando le mandorle fresche e spolverizzando la superficie di zucchero a velo, a ricreare l'illusione e lo sbaglio della neve, aspettando che torni Marco dalla prima tranche del tour che lo vede impegnato a girare per l'Italia un po' lontano da me.
Un po' più vicino ad altre situazioni e immagini che non conosco e nelle quali faccio bene a non esserci, per non rischiare illusioni ottiche e meteorologiche.
Sto a casa a fare il plumcake mentre anch'io comincio a girare un po' le radio e le librerie per presentare il mio libro, accudisco i gatti, pulisco il forno, ascolto musica e se mi riesce scrivo.
Ieri ho pagato la bolletta dell'Hera e ho quasi finito i soldi del mese.
Ho preparato i letti per accudire i musicisti stanchi; qualcuno dovrà accontentarsi di un futon alto due centimetri, come una torta lievitata male.
La coltre di zucchero a velo pacifica tutto e copre le crepe come un sospiro nella notte.



2 commenti:

Debora ha detto...

I tuoi post riescono sempre ad emozionarmi, mi sembra di sentire tutto, odori, sapori, il calore della tua amicizia che si sprigiona ad ogni parola e invade e pervade...
Il plumcake... Buonissimo dal profumo d'arancia: il miglior comfort food che esista al mondo!!

Choppa ha detto...

Grazie! Te ne lascio una fetta