martedì, febbraio 28, 2012

Start

Un anno fa mi ricordo benissimo che avevo il mio vestito blu, gli stivali marroni, le calze collant pesanti e un maglione marrone sopra e anche il cappotto, i guanti e il berretto, e mi sentivo comunque leggera.
Camminavo piano piano verso la biblioteca con la paura di cadere e spaccarmi a metà come un frutto fradicio.
Al bar avevo scelto una pasta sfoglia alle mele e crema pasticciera e dopo tre settimane di pollo scondito e bicchieroni di acqua e sale, quella brioche sapeva di paradiso. Tre settimane di camomilla e pasta in bianco, corsie ed elettrocardiogrammi, la pancia vuota e tagliata a metà dove anche un bicchier d'acqua rimbomba, e quella dolce, morbida e friabile brioche, con quel velo di glassa allo zucchero che la rendeva perfetta, me la sento ancora appiccicaticcia sulle labbra.
Quello è stato il primo sapore che ricordo dopo essere uscita dall'ospedale.
Faceva freddo e per la prima volta dopo sei mesi riuscivo a camminare senza fermarmi a ogni passo, senza aver voglia di vomitare.
Cominciavo il mio servizio civile, imparavo a fare la bibliotecaria.
Guardavo il giardino con la brina e col sole, che cambiava tutti i mesi a seconda della stagione; mi fermavo ad annusare i cespugli irrorati di piscio di cane e mi sembravano i più profumati dell'universo, e il posto in cui andavo tutte le mattine il più accogliente del mondo, con i suoi scaffali impolverati, le etichette con gli animali a contraddistinguere le collane per bambini, gli scatoloni delle novità, le riviste da registrare, i Danielle Steel da prestare alle massaie romantiche con gli occhialoni da presbite: un posto dove io ho sempre pensato di appartenere, la biblioteca, come se ogni volta me l'avessero costruita attorno.
Man mano che passavano i mesi, e io diventavo sempre più sicura con il lettore di codice a barre, sentivo il sibilo del panico d'addio fischiarmi nella pancia tagliata a metà.
"E dopo, cosa farò?" diceva quel sibilo.
"E poi, di cosa vivrai?" faceva eco il mio portafoglio (in tutti i sensi, visto il vuoto primordiale che lo abitava...)
"Non ci pensare" rispondeva la mia testa di burro, continuando a ordinare pizze d'asporto e vestiti per ciccione su internet.  "Domani si vedrà"...
e continuavo a registrare prestiti con sempre più foga e un pizzico di panico nelle movenze.
Fino a ieri, io non lo sapevo cos'avrei fatto.
Vivo in affitto, bisogna pagare le bollette. E il mangiare. E i detersivi. Il metano e la benzina (perché anche se la macchina va a metano, comunque per partire ha bisogno della benzina. Bella fregatura, grazie. E' come scoprire che per essere leggere le verdure crude hanno comunque bisogno di saltare nello strutto).
La sabbietta del gatto, le pizze e i vestiti per ciccione.
L'ultimo mese di servizio civile se n'è andato così, ritagliando il tempo per altri lavori, e un po' mi dispiace.
La mattina a catalogare i libri e la sera tradurre convegni medici, il pomeriggio dare ripetizioni, nel tentativo di mettere da parte i soldi per vivere quei mesi sufficienti a trovarmi un lavoro su Kijiji.it, dove pare che tutti cerchino solo ballerine di lap dance, giovani laureati con 7 anni di esperienza nelle ditte che assumono solo laureati con 10 anni di esperienza e ragazze immagine per la fiera Ecopelle.
E poi c'era sempre quella speranza, piccolina, un po' lasciata così a ingolfarsi di polvere sotto un termosifone, del lavorare nell'editoria.
SU Kijiji cercavo anche quello, insicura e ingenuotta.
"Dove cerchi lavoro? " Bologna.
"Che lavoro cerchi?"   Correttrice di bozze/traduttrice
"Parola chiave"  editoria


Quasi senza avere il coraggio di crederci.
E infatti facevo bene, a non averlo.
Gli unici annunci che venivano (e vengono, ahimè) fuori cercando come chiave "editoria" sono di una certa Faligi editore che recluta sfigati come me per incastrarli in un finto stage di traduzione.
Oppure di siti che cercano blogger e che hanno "appena aperto, quindi il lavoro si intende ovviamente non retribuito".  Come se una fabbrica organizzasse dei colloqui e dicesse agli operai "cercate di capire, noi produciamo viti da solo sei mesi, quindi chiaramente lavorerete otto ore al giorno completamente gratis. Ma vedrete, col tempo cresceremo".
Solo che gli operai, se gli dicono così, possono denunciare il padrone al sindacato, o al limite rifilargli uno sberlone e un vaffanculo.
E i blogger, invece? Tornano alla home page pigiando forte il tasto destro.
Non è la stessa cosa.
In tutto questo aggiornare di curriculum, tagliarlo e cucirlo in base agli annunci, scivolare nel panico vero da "oddio e adesso cosa faccio cosa faccio come faccio" -sarà stata la pratica buddista, la mia dignità scampata al bisturi, la forza che viene dalla disperazione- la speranza si è nutrita e con tenacia e lavoro e sudore lacrime e sangue, si è concretizzata in un'opportunità enorme.
Insomma, una volta tanto ve la faccio breve.
Il mio manoscritto è stato acquistato da un grosso editore.
Lo stesso manoscritto che due anni fa, quando me ne andavo in giro con il mio cistoma, era stato rifiutato dai miei vecchi editori (grazie, devo dire! Alla fine avevate ragione voi); lo stesso che è stato abbandonato, dimenticato mentre ero in ospedale, distrutto per fare posto al lavoro in biblioteca e alle paste di mele, accettato dalle mitiche agenti della Thèsis, e poi di nuovo cambiato e rifiutato, beh, poverino, alla fine eccolo lì.
Comprato.
Dalla Rizzoli.
La stessa casa editrice di Carofiglio (e di Masterchef!).
La stessa che all'inizio aveva detto "no, grazie".
Beh, diamine.
Tra qualche giorno firmerò il contratto. Accetterò l'anticipo e la volontà di cambiarlo ancora e renderlo un libro vero.
Un iter lunghissimo e travagliato, che ancora non è finito, anzi, che parte adesso.
Che però parte.
Ed è già una cosa meravigliosa








13 commenti:

Debora ha detto...

CONGRATULAZIONI!!
Complimenti e un grande immenso e infinito in bocca al lupo!!
Appena uscirà, lo acquisterò di sicuro!!!
Bravissima!!!

Choppa ha detto...

Grazie Debora! Ci vorrà ancora un po' prima che esca, ma incrociando le dita in teoria dovrebbe essere in autunno.
Grazie davvero per il supporto

Alkemilla ha detto...

Fantastico, vai così!!!!! Faccia tosta ci vuole.
Scrittura illuminante, questa, che un po' sconforta e un po' rassicura, ora che da lontano lontano mi accingo a rifare i tuoi stessi passi.
In bocca al lupo!
Non vedo l'ora di trovarti in libreria.
Ciao.
Laura

Choppa ha detto...

Ciao Laura, grazie!
Hai già tentato questo percorso? Com'è andata?

Gianfranco ha detto...

Beh :) Congratulazioni!!!

Choppa ha detto...

Grazie Gianfranco, ma come ho scritto nel post è solo l'inizio.
Tenete in caldo l'entusiasmo per quando uscirà! :)

Debora ha detto...

Eh, sì, cara, largo ai ggiovani, e che sia l'inizio di una luuuuunga serie!!
Sì, sì, non me lo voglio perdere per nulla al mondo!!!!

Matteo ha detto...

Felicissimo per te Marta. Avanti tutta! :)

Nervo ha detto...

Leggo solo ora e non posso fare altro che unirmi alle congratulazioni. Io lo sapevo, che ce l'avresti fatta. Lo sapevo da quando ho letto quel piccolo estratto di Nina Nihil.
Sono felice di aver avuto ragione :-)

Choppa ha detto...

Grazie Nervo!
Il nuovo lavoro verrà fuori molto diverso da Nina, spero ti piacerà lo stesso.
Intanto spero di rivederti a Torino molto presto e 'stavolta decentemente!
Baci

Nervo ha detto...

Lo spero anch'io! Hai già visite previste?

Rick ha detto...

Complimenti! Congratulazioni! Non resta che aspettare l'uscita. :)
Ciao :D

Choppa ha detto...

grazie Rick! Aspettiamo...

Nervo, il prossimo weekend di vacanza sarà a Torino, dunque entro fine Aprile