domenica, ottobre 09, 2011

Il caffè letterario

Un tipo autorevolissimo ha letto alcune cosine che ho scritto/sto scrivendo e, autorevolissimevolmente, mi ha detto : NO.
E anche: "magari potresti scrivere delle ricette".
Ah, ecco.
Allora io ora mi vedo oscillare tra diversi stati emotivi che annoverano l'incazzatura feroce, il diniego, svariati chili di cheesecake tirata su dalla teglia con le mani, la voglia di appendere la penna al chiodo, la voglia di scrivere effettivamente solo ricette e diventare la nuova Benedetta Parodi Obese Version, le impennate di orgoglio della serie: "ma allora te la faccio vedere io, tipo autorevolissimo, voglio scommettere che tra tre anni mi rimpiangerai mordendoti le dita sino alle autorevoli falangi", e di nuovo il diniego. 
Insomma,
alla fine, 
complice questa domenica assolata ma fresca, la focaccia al rosmarino che ho preparato con l'olio buono calabrese e la farina "speciale pizze" della Coop, il fatto che prillo e lavoro e giro e mi rigiro per l'intera settimana e il weekend vorrei passarlo non dico a riposare, ma almeno a non struggermi per colpa di un tipo autorevolissimo, 
ecco,
ho deciso che continuo a scrivere un po' quello che mi va, senza cercare di compiacere nessuno (sob, sigh, sniff).
Mentre ieri pomeriggio, avvolta come un cotechino nella coperta di lana tarmata, mi sfogavo con la sorellina cercando conforto nella sua spensieratezza pratica da ventenne supertonica nonché barista del Mercatone Uno (quindi abituata a vederne di tutti i colori), mi sono sentita dire:
"Ma allora scusa, perché davvero non ti metti a far la cuoca, invece di scrivere?"
Sentenza che, inizialmente, mi ha fatta risprofondare nella spirale depressiva e cercare febbrilmente con lo sguardo il barattolone del Carte d'Or, ma che poi mi ha fatto anche riflettere (ecco la saggezza diabolica della sorellina forgiata dalla vita e dal vapore della moka; saggezza che a me manca totalmente in quanto bibliotecaria pappamolla): 
"Perché io credevo di saper scrivere, credevo di voler fare quello nella vita!"
"E allora siccome te lo dice uno che non devi più scrivere te smetti?"
"No ma non è che me lo dice uno, me lo dice uno autorevolissimo!"
"E allora 'scolta mo': se a me mi viene al bar il padrone della Kimbo e mi dice che il caffè lo faccio di merda, io non smetto mica di far la barista, perché per esempio il frappè o il martinidrài li faccio della madonna"
"Allora cosa vuol dire, che bisogna puntare sui propri pezzi forti?"
"Vuol dire che le cose che tutti chiedono tutti i giorni sono sempre le stesse, sempre uguali. Quello che vende di più, al bar, è il caffè, è vero, e tu lo devi saper fare. Il frappè e il martinidrài, invece, sono cose più complesse, che in pochi san fare davvero bene, perché son più originali. A molti neanche gli viene in mente, di chiederle, e a molti bar neanche viene in mente di metterli nel menù. Ma quando qualcuno li assaggia, Martona, poi vedi che gli piacciono da morire, torna, e poi non ne può più fare a meno".

E, ragazzi, 
io vi lascio riflettere su questo pensiero. 

Mentre vado a mangiare il mio bellissimo pollo al curry, i piselli con l'insalata cotta, la focaccia al rosmarino.
E a scrivere.

8 commenti:

magda ha detto...

Gli autorevolissimi hanno il diritto di sbagliare - vedi Calvino che rifiutò Levi.... - e gli scrittori hanno il diritto di continuare a scrivere: per sè e per gli altri, se ci sono. E non puoi dire che non ci sono! io ci sono! (e vedo una lunga fila davanti e dietro)
Gli autorevolissimi possono priliminarmente deprimerti o metterti sulla strada dell'autocritica, ma una cosa non possono farla: non possono cambiarti (meno male)

Choppa ha detto...

Io e Levi, stessa pasta...! :)
Grazie Magda, hai sempre ragione. Anzi, no (meno male).
Ti abbraccio molto.

ps: un salto allo Zammù, un lunedì, per salutare l'atelier, lo fai?

nevabop ha detto...

a parte il fatto che l'invidia è una brutta bestia che macchia anche gli autorevolerrimi, la vera autorevolezza in merito ce l'hai tu. scrivere serve a guarirsi, almeno per me, o almeno a curarsi. e la mia cura la scelgo io.

Sally Cinnamon ha detto...

IMHO se ti piace scrivere (e mi sembra di sì :D) dovresti farlo per il PIACERE tuo e di chi ha voglia di leggerti non per comPIACERE ;)

Isabel ha detto...

potresti fare entrambi! :*

Choppa ha detto...

@nevabop: no, in questo caso l'invidia proprio non c'entra (almeno, me lo auguro). Le sue critiche sono state molto costruttive, anche se non del tutto condivisibili. Hai ragione, devo scegliere io quello che voglio scrivere, senza fare confronti! Grazie!
@Sally: vero! Comunque il blog andrà avanti, con o senza pubblicazioni di libri.
@Isabel: sarebbe perfetto, una nuova Anthony Bourdain! ;)

Calzino ha detto...

L'autorevolissimo ha solo uno dei miliardi di punti di vista possibili. Non si può piacere a tutti.
Quindi, mo socmèl, e continua a scrivere! :)

Choppa ha detto...

Eh, MA PERO' un punto di vista importante. Mi aiuterà a fare autocritica (grazie, Carte d'Or).
Sì sì, continuo, però solo quello che mi va