giovedì, ottobre 20, 2011

Delle unghie

Continuo la meticolosa distruzione delle mie dita: a forza di morsi hanno preso l'aspetto di un pacchetto di wurstel esplosi.
Sanguino.
Sopra le unghie si forma una specie di sacchettino di pelle viva che piano piano si affloscia e pende verso il basso; con i denti intaglio una geografia di avvallamenti e promontori, frangiflutti frastagliati ad arginare i rivoletti di sangue lustro.
Mi vergogno.
Cerco di nasconderle come posso: mi ci siedo sopra, le infilo nelle tasche di vestiti e cappotti (miei, ma non solo), o nel folto della mia chioma.  Oppure cerco di usarle così in fretta da renderle alla vista una nebulosa confusa.
In biblioteca lavoro molto con le dita, ahimè.
Scrivo sulla tastiera (la stessa che fa da cimitero alle migliaia di pellicine e forfore e sudori e umori dei miei colleghi), liscio copertine, butto residui di sovracoperte, presto penne, riempio bicchieri e, cosa più tragica di tutte, iscrivo i nuovi utenti.
L'iscrizione dei nuovi utenti comporta una presenza delle dita tale da rasentare il protagonismo, e la cosa mi distrugge.
Inserisco i dati. Faccio firmare il modulo. Clicco "stampa tessera".
E poi tocca appiccicarle un adesivo, alla dannata tessera.
Mentre il nuovo utente tesserato posa sgomento lo sguardo sulle mie obbrobbriose appendici sanguinolente, io cerco di imbustare la sua tesserina nuova in una specie d'involucro di plastichina semirigida, poi stenderla accuratamente, piazzandola con cura a mezzo millimetro dal logo della Buffetti, linea d'ombra tra l'ansia da prestazione e sollievo divino.
Ma pur sempre imbarazzato.
Tantopiù che la maggior parte dei nuovi utenti tesserati sono donne dai 20 ai 50 anni, tutte con manicure perfette, dieci centimetri di unghia leopardata e un lieve ma inequivocabile aroma di olio di jojoba proveniente da palmi e falangi.
A volte anche gli uomini.
Giuro che quando ieri il postino ha consegnato le riviste sono rimasta accecata da un breve lampo di Naj Oleari trasparente.
Ma quand'è che avere mani perfette è diventato un must? Eh?
Io ci ho provato tante volte, a limare e dipingermi le unghie; un po' per giocare alla donna fatale, e un po' per vedere se magari il trucco dello smalto funzionasse davvero come deterrente al rosicchiamento sistematico dei miei miseri artigli. (no, non funziona. Adoro il sapore di mandorla amara).
E poi non capisco come si possano svolgere tutte le attività quotidiane tipo lavare i piatti o sbattere il tappeto (okay, non quotidiane. Mensili. Okay, annuali) senza rovinarsi quindici euro di artigianato coreano abbarbicato alle grinfie.
Forse, chi ha mani perfette non svolge mai lavori manuali.
Forse non lavora, ha la camieriera.
E allora perché la cameriera che viene a iscriversi da me in biblioteca ha delle manine di fata con le unghie dal pollice al mignolo sfumate in tutte e cinquantacinque le gradazioni del viola, e nemmeno una scheggiatura da pugno, da presa, da acchiappo al volo della maniglia sull'autobus?
Non sono famosa per essere femminile.
No, non è vero.
Non sono famosa per badare all'aspetto.
Mh, forse.
Ma soprattutto, non sono famosa per essere impeccabile.
Ecco, questo no di certo. Mi sbrodolo.
Sbavo. Vivo quello che ho addosso come una tovaglia. Vestiti e membra. Mi muovo molto, mi curvo, mi piego, lavo, corro, sudo, aziono una forza centripeta e centrifuga di tutto il mio corpo, produco più energia di un campo di mucche ruminanti e relativa cacca.
Per avere capelli perfetti devo spendere cifre astronomiche dal parrucchiere, cifre che non ho, e dunque i miei capelli sono sempre un caos anarchico e stopposo, venato di bianco come le meringhe al cioccolato.
E l'unica cosa che mi turba davvero in tutto questo è il timore costante di sbavare di rosso le fotocopie degli utenti che consultano l'archivio, e vengono da me e dalle mie dita martoriate a farsi contare quei tre-quattrocento faldoni di fogli da duplicare.
Non perché mi vergogni a sporcare le cose altrui, no. Non solo.
Il fatto è che credo che la clonazione umana sia una minaccia reale, e non so se il mondo sia già pronto a sopportare due di me.

6 commenti:

Isabel ha detto...

nuuu...non ti rovinare le unghiette!

Buhbuhbutter ha detto...

Due Choppe?! Wow! Una Choppa può stare a casa a sgurare e a cucinare fino allo svenimento, l'altra va a lavurer! Oppure una Choppa può grattarsela a giorni altreni con l'altra Choppa. Una Choppa può depilarsi le gambe e l'altra restare pelosa. Galattico per me! ..pensaci! ;)

Choppa ha detto...

avete entrambe ragione. Mi prenderò un weekend per riflettere. Comunque preferisco la Choppa pelosa!!

nevabop ha detto...

"Il fatto è che credo che la clonazione umana sia una minaccia reale, e non so se il mondo sia già pronto a sopportare due di me." Sottile. Perché sei fatta di carta, o perché l'accoppiamento sangue tuo e carta è di certo fecondo? brava, bel pezzo!

Sally Cinnamon ha detto...

Unghie corte e colorate da sempre. Semplicemente per un retaggio sportivo: giocando a pallavolo non potevo portarle lunghe come le mie amiche, così le coloravo, almeno si distinguevano da quelle delle mie compagne di squadra. Non ho smesso da allora, ma lavo, cucino, pulisco. Generalmente lo smalto regge lo stesso. Ah, ho smesso di mangiarmi le unghie a dieci anni, ma ho iniziato a mangiarmi le cuticole, che forse è pure peggio :| Non riesco a smettere :(

elena ha detto...

anch'io ho la tua stessa abitudine: rosicchiare le mie pellicine all'osso. il fatto di avere mani imperfette e sanguinolente non mi aveva mai turbato più di tanto sino a quando un giorno, all'università, finito l'esame firmo sul verbale e sbav, strisciatona di sangue lungo tutta la pagina! la professoressa mi ha guardato proprio male, io ho chiesto scusa mortificata e sono scappata via ridendo ahahahah :D