giovedì, maggio 19, 2011

Quello che penso?

Continuate a confondere il citazionismo con la cultura, la corretta postura con la sicurezza, le linee guida con la vita, i binari prestabiliti come uniche strade percorribili.
Continuate a negare il malessere, dare la colpa alla pigrizia, credere che se uno vuole può arrivare dappertutto, che dipenda solo dalla nostra volontà (non dal contesto né economico né sociale, non dal territorio, non dalla testa, non da altro che non sia impilabile in un elenco come tanti mattoncini).
Continuate a dire "sono bravo perché ho successo", continuate a pensare che nel giusto è solo chi crede di esserlo, e che esista una sola verità.
Continuate a credere che esistano uomini peggiori e uomini migliori, che le dipendenze siano debolezze, e che l'empatia sia solo un esecrabile stato d'animo da tenere a bada e incanalare verso il controllo delle proprie e altrui emozioni.
Continuate a desiderare un mondo giusto perché normale, piatto, facilmente prevedibile e calcolabile, dove le sfumature non esistono, dove le sbrodolature non sono contemplate, e quando presenti, possano essere eliminate con uno scaffale di manuali.
Continuate, continuate. Procedete senza di me.
Perché proprio non m'interessa la vostra mediocrità.


Ps: scusate il rigurgito; si vede che sono appena tornata da un corso di formazione? Adesso mi calmo. Con calma. Tranquilli. Siamo bibliotecari.

4 commenti:

Marco ha detto...

chapeau.

Anonimo ha detto...

L'ideale che si scontra col reale: fa male, eh?

Ho lottato strenuamente per rivendicare il mio diritto alla mediocrità, intesa come personale collocazione in un punto imprecisato tra le stelle e le stalle. E quando l'ho conquistata ho scoperto quanto poco mi piacesse perché poi si rivela per quella che è, come l'hai ben descritta.
Ed è la morte dell'anima.
Morte che ho intravisto in tanti occhi spenti, sorrisi tirati, mail frettolose, respirazioni trattenute, corrette posture e citazioni colte sparse per il mondo e per le biblioteche.

Coraggio pure.

Un bacio

Zia Yoghi

Anonimo ha detto...

E comunque rigurgita, rigurgita, perché a tenersele dentro, certe cose, c'è da far crescere dei cisti macisti davvero maligni.
La vitalità è anche rigurgito, opposizione, rifiuto dell'omologazione e della stupidità.
Saltando qualche passaggio logico e analogico "la primavera è insurrezionale" (a proposito di citazioni!).
Un altro bacio
Zia Yoghi bis

Choppa ha detto...

La mediocrità alla quale mi riferisco è quella dell'anima, infatti, non ha niente a che fare con la posizione lavorativa o sociale. Invece ora veniamo giudicati in base a questo, e se uno non ha un successo strepitoso, non è una macchina caricata a molla con un obiettivo (attenzione: non più di uno, altrimenti si è uno scapestrato idealista), allora è un peso per la società e a tutti tocca pagarne le conseguenze.
Beh.
Questo, almeno, è ciò che mi hanno insegnato alla formazione specifica, per fortuna non tenuta da un bibliotecario.
E per ulteriore fortuna, io non ho assimilato niente

Baci!!