Trattavasi di molare devitalizzato tre anni fa, ora presente solo per metà nella mia boccuccia di rosa trasformata in orrenda cloaca dalla presenza -o sarebbe meglio dire assenza- di un buco nero supermassiccio piazzato a mo' di bifora tra il giudizio e l'incisivo.
Fortuna vuole che, anche sfoggiando uno dei miei famosi sorrisoni a 54 denti, la voragine non si veda, celata com'è dall'affascinante pieguzza del labbro superiore.
Ma: io so che c'è. Me la visito ogni due secondi con la lingua, ne sondo gli abissi, ripasso i suoi frastagliati contorni ripercorrendone con la mente le nefaste circostanze.
Il buco c'è, è innegabile. Non si vede a occhio nudo, e meno male, altrimenti sai domani che brutto salutare gli utenti della biblio con un "Buongiorno!" e la faccia da groviera?
E innegabile è pure il fatto che dovrò chiamare il mio dentista, che non sento dallo scorso novembre e al quale devo ancora un sacco di soldi per un lavoro che- toh! - dovrà rifare daccapo.
Se non peggio.
Se non ricostruire il dente.
E prima di ricostruirlo, forse, dovrà estirpare l'atroce moncherino che ne resta, sfilando le radici, deturpandomi il palato, lasciandomi orfana di un molare, no, non lo sopporto, io quest'anno ho già perso un organo, cos'è, il periodo dell'abbandono?
Cos'è, la prossima volta sarà un arto?
Eppure penso:
ogni giorno perdo decine di capelli, centinaia di frammenti di pelle, unghie, ciglia; per non parlare del sudore, delle lacrime, parole, memorie, sensibilità, muchi, umori.
Metà dente significa così tanto solo perché è solido o perché presuppone comunque un rimpiazzo?
Anche l'ovaia persa era solida, e quella non prevede rimpiazzo, no. Non me la sento con la lingua, non vedo la tuba orfana di annesso se non con l'immaginazione (un piccolo tubicino filiforme troncato con due punti di graffetta rossi, senza alcuna mandorlina sventolante all'estremità), eppure è importante anche lei.
Ma non c'è più.
Il mio dente non c'è più, né la mia ovaia, né me stessa di prima,
non c'è più il mio ex fidanzato, non c'è mio nonno,
non c'è Annapaola morta piccolina,
non c'è un futuro che sia soltanto quello,
non c'è il ritorno a ciò che un giorno c'era,
e allora dire addio non è solo una noia,
una tiritera,
allora saper dire addio è una cosa che mi devo comandare,
a occhi chiusi tutte le sere me lo devo ricordare,
che non importa ciò che è stato, importa il vuoto;
e riempirlo con le cose che non ho ancora conosciuto.
5 commenti:
Turbamento in atto: stavolta anzichè sorridere c'è tanto da riflettere!
Grazie, anche per questo!
(non sò quanto possa essere consolatorio ma... ho vissuto la tua stessa, identica, "esperienza dentale". SOB!)
Spero ci sia anche da sorridere, in fondo! Ha fatto molto male?
Certo che si sorride, impossibile non farlo leggendoti!
Dunque a me galeotto fu un popcorn che scisse a metà il dente devitalizzato qualche anno prima!
Un semplice, minuscolo, innocuo popcorn! Che lo possino...
Alla prima visita mi fu detto che "può capitare", e ti pareva che non capitava proprio a me?!?!?
La scelta quindi di fare un lavoro fisso, di avvitamento, non ricordo il nome della costosa tecnica che mi avrebbe permesso di ottenere un dente nuovo di zecca ed indistruttibile!
Al momento dei fatti il dentista cambia tecnica per sua iniziativa dicendo che non era necessario avvalersi di quella preventivata e di lanciarsi in un'altra lavorazione meno costosa che però mi convinceva poco!
Il dentista era lui e io mica potevo dirgli cosa e come fare?!?!?
Morale della favola, dopo 2 anni, mi sono ritrovata quasi ad ingoiare, mentre bevevo, il premolare finto, che era stato semplicemente incollato con un non so che su un conetto di dente vero (e quanto tempo ci misero per fare questa scultura conica...)
Consiglio: se proprio devi farlo, fatti fare il lavoro di avvitamento, perchè quello di incollamento è una vera ciofeca!
Bellissime riflessioni, altro che dente!
grazie! Ancora non ho sistemato la voragine...
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