sabato, maggio 14, 2011

Libri

Mi è venuta questa malinconia di leggere su Wikipedia di tutto e di più circa il nazismo, la Shoah, i campi di concentramento, le torture, gli esperimenti eugenetici, Mengele, Himmler, l'orrore più orrore che ci sia. Non so esattamente perché, ma so come ci sono arrivata.
Wikipedia è un gorgo d'informazione che in me si trasforma in abisso; una volta partita dalla semplice ricerca della trama di un film splatter (per la cronaca, "Bad Taste" di Peter Jackson), eccomi a cliccare "gore", "goregrind", che subito fa riferimento all'ispirazione della violenza nazista, e dunque apri "olocausto", apri "SS", apri "Hermine Braunsteiner", e così per una sera e una mattina.
Non so se abbiate mai letto il bellissimo racconto "Un ragazzo sveglio" di Stephen King, dal quale è stato anche tratto un bel film chiamato "L'allievo", di Bryan Singer.
"Un ragazzo sveglio" parla di come sia facile farsi trascinare dal racconto del male. Da come si voglia sprofondare sempre più nell'orrore, un po' per curiosità, un po' perché si stenta a credere alla pura atrocità, ritenendola così aberrante da risultare quasi grottesca (non a caso, molte persone -me compresa- davanti a certe scene di film splatter si mettono a ridere, commentano "non è possibile", addirittura ridacchiano, un po' per esorcizzare e un po' perché l'istinto dell'uomo non è quello dell'inaudito).
Il ragazzo sveglio è quello che, passando il tosaerba sul suo giardino e sbirciando, da bravo studente pieno di curiosità, dentro le finestre altrui, scopre che il suo vicino è un ex gerarca del Reich. E' quello che chiede di essere invitato e essere messo al corrente di tutto ciò che successe ad Auschwitz, dei particolari delle torture, della miseria, e che non si rende conto -proprio lui, così vigile e attento- che la cosa presto gli sfugge di mano: l'atteggiamento che prima era di disgusto e condanna si fa via via sempre più morboso, poi emulante, quasi accondiscendente.
Leggendo dei sommersi su wikipedia, provando a guardarmi dall'esterno, ho temuto per un attimo di vedermi come il ragazzo di King, morbosamente alla ricerca di particolari che mi raccapricciassero.
Complice forse il mezzo, mi sono detta. E' veloce, in un attimo hai tutto il tremendo che vuoi a portata di dito.
Lavoro in una biblioteca, ho pensato.
Allora ho preso "Come una rana d'inverno", di Daniela Padoan, che raccoglie le testimonianze di tre donne sopravvissute ad Auschwitz, e "Giustizia, non vendetta" di Simon Wiesenthal, il più celebre "stanatore" di nazisti, scomparso nel 2005.

Stamattina, dopo essermi alzata prestissimo nonostante sia sabato e gli scaffali e i prestiti non mi aspettino che solo lunedì, con una tazza di succo d'arancia a fianco, mi sono stesa sul divano a leggere di morte.
Man mano che andavo avanti, che non riuscivo a staccare gli occhi da quelle testimonianze lucide e allucinanti, ho ringraziato i libri, le loro pagine di carta, la lentezza alla quale ti costringono: e le mie lacrime, che pur così impalpabili hanno confermato e marcato per sempre la differenza tra me e il ragazzo sveglio.

2 commenti:

Allie ha detto...

Ho scoperto Un ragazzo sveglio nella mia fase kingofila acuta (da brava fan sfegatata di Stand By Me in tutte le sue forme, ho adorato Stagioni diverse). Devo ammettere che sia Ian McKellen (come prevedibile) sia il povero Brad Renfro sono stati all'altezza delle aspettative... e che anch'io leggendo (e poi guardando) ho avuto paura della facilità con cui si riesce a comprendere la fascinazione di Todd.

Marta ha detto...

Anch'io sono una kingofila; purtroppo però negli ultimi anni l'ho un po' perso. Mi rileggo molto volentieri i vecchi, ma da "L'acchiappasogni"- che non sono riuscita a finire- non ho letto granché