mercoledì, novembre 03, 2010

Niente accade per caos


***Attenzione. La crudezza di alcune scene contenute in questo post potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori. Mai come le dichiarazioni del premier, comunque.***


Alla fine è giunta l'ora, io credo.
Scrivo all'amica Daniela, che era tempo di farlo.
Scrivo:
"Ho deciso, Daniela, voglio partecipare a un incontro. Se riesci a farmi sapere quando e dove lo si organizza dalle mie parti, sarò felice di andare."

La risposta della cara Daniela, sempre dolce, è precisa e solerte.
Dice:

"Cara, sono contentissima. Allora, chiama lei e ti dirà tutto (segue numero). Ma ricorda: dal momento che prenderai questa decisione, probabilmente ti capiteranno degli ostacoli che ti impediranno di seguire questa strada. Tu considerali tali, e vai avanti con l'incazzatura di chi dice sì, li voglio proprio superare. Non preoccuparti, e fammi sapere!"

Ecco.
Io credo nel destino, da sempre. Per me non è un caso se cade una foglia che dio non voglia che va a sbattere su un cornicione e fa inciampare un piccione che caga sopra un gatto che strilla come un matto che si nasconde in un cassonetto dove trova una sardina che porta in cucina che mia madre grigliò sulla carbonella che al mercato mio padre comprò; come in un famoso serial televisivo dal finale deludente, per me tutto è collegato.
Alcuni dicono: "ma dai, non c'entra niente. Tuo padre comprò al mercato quella carbonella perché ne aveva bisogno e la foglia cadde perché autunno, non per fare trovare a tua madre una sardina. Andiamo, Choppa, cosa vuoi che sia. Siamo atomi che galleggiano incollati dalla casualità, non farti mica prendere da 'sti trip che poi non ne esci mica".
In effetti, c'è da dire, non ne esco mica.
E non è mica un caso, se non ne esco (che vi avevo detto?)
Appena Daniela mi ha parlato degli ostacoli, ecco cos'è successo:

1) dopo una mirabolante cena di sushi, sono tornata a casa sotto il dolce rollio d'inerzia da Futomaki, e ho dormito (un po' male, devo dire, ma vabé), cullata dai rumori di risacca del mercato del pesce di Tokyo;

2) il giorno dopo, un improvviso attacco di vomito a idrante mi fa sommergere coprimaterasso, lenzuolo, coprilenzuolo, piumino e copripiumino di avanzi di sushi e Futomaki;

3)lo stesso giorno, la mia fronte comincia ad assomigliare al piano di cottura sul quale la sardina portata dal gatto mia madre grigliò, temperatura a livelli di un forno da terracotta, mal di gola, tosse grassa catarrosa di quelle che ti rivestono le tonsille di una spessa patina mucotica densa come placenta e collosa come Coccoina, impossibile da debellare;

4) lo stesso giorno ancora, la Prisci pensa bene di rifiutare sonoramente gli ottimi croccantini manzo flavoured della prestigiosa marca Almo Nature, rovesciando la ciotola e andandosi a nascondere sul letto a castello con fare sdegnoso. Non scenderà fino all'acquisto di più consoni croccantini pollo flavoured, peccato che io al momento non possa nemmeno uscire di casa, perché...

5) ...due giorni dopo, un herpes delle dimensioni di un mandarino natalizio si sbuccia sul mio labbro superiore. E questo amici è un grande classico che sicuramente a voi che leggete il Wonderful Blog non suonerà affatto nuovo. Ho le difese immunitarie azzerate: vuoi lo stress, vuoi il freddo, vuoi l'avvicinarsi della fine di X factor; e come sfioro il minimo batterio mi orno di herpes come di ninnoli la credenza della nonna. Sono uno sbrilluccicare di croste da far invidia a due eserciti di patate al forno;

6) con tali croste, domani dovrei andare a farmi curare una carie dal dentista (ovviamente dovrò rimandare, a meno di non volermi far vomitare in bocca dal pur simpatico odontoiatra di fiducia);

7) mio padre si è rotto un piede. Cadendo dall'ultimo piolo di una scaletta basculante della sua casa di montagna. Così, "perché credevo che era finita". E invece no, babbo, non era finita, e tu hai poggiato rovinosamente l'algido piedino al suolo, ignorando il tuo destino (e l'ultimo piolo). Ma niente accade per caso;

8) alla fine il mio libro, agli editori, non è piaciuto. Gli editori, pur essendo amici, si sono premurati di assicurarmi che non è che non sia piaciuto solo a loro, ma l'hanno trovato noioso anche tutta la sconfinata cerchia di loro amici, e di amici di amici, e di amici di amici di amici e anche altri editori, eh, te lo garantiamo. E' peso, è troppo denso, nessuno ha voglia di leggerlo, non te lo pubblichiamo. Però non ti preoccupare, eh, che scrivi bene, che alla fine qualsiasi cosa farai da grande oh, almeno ci hai provato. Ah beh, allora sono a cavallo.

Riassumendo.

Adesso mi ritrovo:

febbricitante, coi capelli unti come una padella dopo un'omelette, sputante catarro, col naso tappato e il labbro devastato, un dente cariato, un libro bellissimo non pubblicato, un babbo ingessato, un gatto incazzato, un piumone invomitato, un appuntamento concordato.
Sì.
In barba a tutte queste sfig...ah no, scusate, in barba a tutti questi ostacoli, io ho deciso comunque di partecipare alla riunione.
D'intraprendere questo cammino, perché lo sento nel profondo. E pazienza se uno stuolo di signore per bene mi vedrà in uno stato che definire pietoso è rendere Michelangelo un naif.
"Choppa, tutti questi segnali significano che stai scegliendo la strada giusta, vedrai".
Ah certo, vedrò.
Chissà se sceglievo la strada sbagliata, che cazzo succedeva.

5 commenti:

Carlo ha detto...

Posso leggerlo, il tuo libro?

Choppa ha detto...

ma certo, se non hai paura.

Carlo ha detto...

Fantastico. Non ho paura; solo che dopo ti dovrai sorbire il mio parere.
Potresti mandarmi il pdf; se poi avessi anche bozze cartacee, potrei scalmanarmi in giubilo.

Choppa ha detto...

non temo il tuo parere, anzi! mmmh ce l'ho solo in word, va bene lo stesso?

Carlo ha detto...

Certo che va bene.
Aspetto.