venerdì, febbraio 26, 2010

MotoChoppetta 10 Hp

Per andare ai colloqui, da che agenzia interinale è agenzia interinale, ci si veste eleganti.
Si assume un atteggiamento che denoti sicumera ma anche umiltà, ci si prepara un discorsino conciso ma esaustivo sulla vasta gamma delle proprie capacità, magari anche pompandole un po', tipo "ho una perfetta conoscenza del pacchetto Office" quando in realtà non sai neanche mandar via l'odiosissima graffetta di Word dopo che per la ventesima volta ti batte il codino sullo schermo per dirti che, ma dai, su va l'accento non va.
Ci si presenta tranquilli, decisi, motivati e mai, ma proprio mai, in nessun caso neanche il 20 di luglio in Arizona, sudati.
Memore di queste poche ma vitali informazioni, mi presento al colloquio agitatissima, col cervello in pappa e bardata di stivaloni al ginocchio e montgomery di lana l'unico giorno di febbraio in cui la colonnina segna più di dieci gradi, dopo che tutto l'inverno mi son coperta solo di giacchine pied-de-poule che mi arrivavano a metà chiappa.
Inutile dire che, sulla soglia dell'agenzia, mi son trovata a colare sugo come un peperone fritto.
Una biondina ha spalancato le porte di un mondo conosciuto solo attraverso i romanzi della Kinsella o, come letteralmente uscito dalla sua boccuccia lucidata da Pupa, "come nel film Scusa ma ti chiamo amore, non so se hai presente, ecco il nostro lavoro è come quel film lì".
"Cioè"- avrei voluto risponderle- "noioso, stupido e vagamente sessista?"
"Cioè"- ha continuato lei- "organizziamo eventi, procuriamo promoter, hostess, modelle, e lavoriamo per l'azienda nella quale andresti a lavorare tu da oltre sei anni".
"Wow, e che azienda è?"
"La Ducati, hai presente? Moto."
"Moto".
Da allora la mia mente è rimasta ferma su quelle due sillabe, ingolfandosi come una Panda nel deserto.
Dovrei studiare un pratico manualetto "di sole dieci pagine, figurati, tu avrai studiato molto di più e cose ben più difficili", di pagine cinquantasei che vantano come espressione più agevole "la distribuzione desmodromica". Da studiare in un mese, in italiano, inglese e francese, durante una formazione che prevede uno svariato numero di tour del museo e della fabbrica della prestigiosa casa motociclistica.
Dinamicità! Professionalità, passione, tute, bicilindrici paralleli a L, entusiasmo, viti!
Vieni a fare la guida, dai!
Io, che appena Valentino Rossi sale in sella mi addormento di schianto sul divano, non avrei mai pensato di poter essere curiosa di vedere che razza di mondo sia quello motociclistico, anzi, non vedo l'ora di poter visitare il museo e lavorare per un'azienda così appassionata a ciò che fa. Non è poco, in fondo.
Da un paio di giorni sto leggendo la storia dei fratelli Cavalieri Ducati e, devo dire, mi interessa. Scopro un sacco di cose, da chi sia Mike Hailwood a cosa abbia inventato l'ingegner Taglioni (la distribuzione desmodromica, appunto).

Dopo il colloquio, torno a casa con due cose ben chiare in mente:
1) provare non costa nulla (nemmeno a loro, infatti la formazione non è pagata, obviously).
2) avranno una maglietta della Ducati della mia taglia?

2 commenti:

Nervo ha detto...

Che poi, il bicilindrico desmodromico Ducati ha quasi il sound dell'Harley, il Chopper per antonomasia.
Sì, è un lavoro per te :-)

Choppa ha detto...

ahaah ci avevo pensato o non ci avevo pensato? Cerrrrrrto che ci avevo pensato!
Questo è un lavoro per choppe! :)