giovedì, settembre 21, 2006

Forza De Maria

Ultimo sforzo sovrumano della stagione: ieri sera mangiata di salsicce fredde e patatine sugnose alla Festa dei Volontari della Festa dell'Unità. Come se il nome dell'evento non fosse di per sé ridondante, nei bei piatti di plastica ho trovato gli stessi alimenti che per tre settimane mi hanno nutrita, consumati nello stesso stand, serviti dalle stesse persone, con sottofondo di arringhe salate di simil politici che ripetono le stesse cose sentite il giorno prima in tivvù.
Un losco figuro su tutti: De Maria.
Conosciuto in patria come ex sindaco di Marzabotto e ora quasi pezzo grosso dei Ds, di materiale non specificato, sul piano visivo collocabile tra un ciellino imberbe e un rappresentante di frigoriferi, ha snocciolato sul suo abito firmato una lunga serie di ovvietà come fossero olivette da cocktail.
"Noi siamo diversi, noi non abbiamo padroni"

Prego? Noi chi, scusa? Noi volontari che abbiamo un'età media di 60 anni e ci facciamo un discreto mazzo per il partito? O noi che di anni ne abbiamo 20 e al Parlamento siam rappresentati da un signore di 70 vestito esattamente come te, che prende al mese la cifra che prenderai tu tra breve, se i tuoi ambiziosi progetti di scalata al potere andranno in porto?

La cravattina rosa, i capelli ingellati ad hoc, le parole "resistenza" e "partigiano" distribuite come volantini di HerbaLife al pubblico passante. Qualche applausino, alla fine.
Urla indomite di due ragazze, come me volontarie alla libreria, innamorate di ideali venuti dai genitori, incapaci, accecate dalla passione come sono, di vedere come prossimi i concetti di "sinistra" e "arrampicata sociale".
Davanti alla mia perplessità sul discorso di cotanto pezzo di, le ragazze hanno sfoderato l'evergreen "Ma noi veniamo da una famiglia di provincia, dove la festa dell'Unità è piccola così e per noi vuol dire tanto".
Perchè, per me è diverso? Allora scusate, ma se la vostra famiglia invece di essere dell'Appennino fosse stata di Rimini, e da anni partecipasse al meeting azzurro, allora non avreste niente da obiettare, vi appuntereste al tailleur la spilla con il tricolore e cantereste l'inno forzista?

Ahi, que dolor ser de izquierda,
de una izquierda verdadera,
y tener una cabeza
para pensar que en la derecha u en la izquierda,
puedo buscar la verdadera mierda.

3 commenti:

Zeno ha detto...

Quanto mi piace leggerti quando scivi con questa forza. Di te ammireò sempre la coerenza

Anonimo ha detto...

D'accordissimo: la tua scrittua sa avere una forza decisamente invidiabile!

...ma le salsicce le preferisco abbrustolite :)

Fra

Choppa ha detto...

Grazie ragazzi, qualcuno meno carino di voi questa forza la chiama "livore provocato da troppe mangiate di salsicce abbrustolite mal digerite", ma comunque...
eh eh zeno, ho visto che sei di Bologna...perchè non mi vieni a sentire a Casalecchio (teatro) il 20 ottobre alle 21 che leggo i miei imbarazzanti testi?
Ci saranno anche Enrico Brizzi e Pulsatilla (.....) se ti va ti aspetto volentieri!!