giovedì, dicembre 06, 2012

Qui gateau G.Cova

A dispetto del titolo accattivante, questo post si prospetta privo di qualsiasi attrattiva.
Anzi no, una ce l'ha ma ve la dico alla fine. 
In questi giorni sono presa da una moltitudine di cose che mi fagocita, non ultima la nascita di una splendida bronchite che non attendeva che i primi freddi per fare capolino dalle coltri di lana nelle quali inutilmente mi strizzo. 
Le altre cose della suddetta moltitudine sono:
il lavoro.
Il lavoro che faccio mi piace ma ostia miseria se qualcuno mi avesse detto prima "guarda che c'è da farsi un culo così" non so se l'avrei desiderato tanto. (Scherzo, lo dico solo per tirarmela. Sì, sono stanca, però sono anche felice, e poi come direbbe il mio amico Riccardo "ah comodo dire sono stanca, se fosse per me ti manderei a spalare letame nel Kolkhoz, così poi mi racconti").
E anche:
il corso di canto. 
Questo corso di canto che frequento è parecchio impegnativo. Non tanto perché ogni settimana devo preparare un pezzo di solito difficilissimo e incantabile tipo L'appuntamento di Ornella Vanoni, quanto perché il nostro maestro fa parte della specie d'uomini che non si fa alcuna remora nel dirti che fai schifo.
"Guarda Marta così non va, ma come la stai facendo? Come?! Ma ti rendi conto così non si regge. Allora fai una cosa: ricominciamo dalle basi. Respirazione. Vediamo se sei in grado di respirare, almeno".
Ecco.
Poi naturalmente quando arriva un complimento ti senti un dio, un "benino" è l'equivalente di un "sei leggermente meglio di Loretta Goggi", e ti puoi già ritenere soddisfatto. Fino al prossimo "è una cacca" che significa "guarda questa la faceva meglio Gigi D'Alessio", e siamo punto e a capo.
Questa continua tensione da una parte mi devasta l'apparato intestinale e dall'altra mi stimola a fare sempre meglio. 
Mi piace, il corso di canto.
Anche se il Prozac è diventato una voce fissa del mio bilancio familiare.
Il mercoledì torno a casa a pezzettini, di solito Marco mi abbraccia per consolarmi e poi mi porge invitante un piatto vuoto dicendomi "cosa mangiamo per cena?".
E dopo aver cucinato devo lavorare.
Ok, scrivere non sarà come spalare letame negli appezzamenti terrieri della Troika, però si attiva mentalmente lo stesso processo che subisco a canto, ovvero giudizi impietosi anche sulle minime cose, solo che arrivano direttamente dal mio cervello.
E questa è la parte migliore.
La parte peggiore è che i giudizi impietosi del mio cervello hanno anche delle scadenze da rispettare. 
Insomma, gente, vi avevo avvertiti: in questo post niente cose stimolanti, solo paranoie. 
Solo me stessa che mi lamento di essere parecchio piena di cose da fare, cose che in genere farebbero la gioia di chiunque: inventare storie e cantare.
Quello che voglio dire, maldestramente, con gli occhi mezzi chiusi dal sonno, è che se queste cose però si vogliono fare seriamente, tocca anche un po' soffrire e fare i conti con se stessi, che piaccia o no. 
Ah, e poi volevo dire anche la cosa con un po' di attrattiva. 
Il 9 gennaio uscirà il mio nuovo libro, Anita friggeva d'amore. Ieri sono andata a Milano a conoscere l'ufficio stampa, due ragazze carine e super toste che come prima cosa mi hanno detto "qui tutti adoriamo te e il tuo libro, hai fatto un lavoro fantastico e noi ci impegneremo perché vada bene. D'ora in poi noi saremo il tuo ufficio stampa e ci spenderemo per te". 
Poi hanno anche detto: "appena uscirà Anita organizziamo qualcosa di carino per tutti i lettori del tuo blog!"
...
Quindi, cari amici del Wonderful blog, chi l'avrebbe mai detto.
Diventeremo famosi!
Il che, vedete, serve a concludere questo post stanco e sbilenco con una riflessione edificante:
a farsi il culo e lavorare seriamente, poi i risultati il più delle volte si ottengono. 
Forse non la pensa così Riccardo, o i suoi spalatori di letame nel Kolkhoz, ma insomma, lasciatemi sognare almeno un po'. 


ps: Il titolo? Il titolo è riferito al fatto che alla stazione di Milano c'è un negozietto pieno di panettoni, torroni, creme alla gianduja e altri castighi divini confezionati in carte serigrafate da sbavo.
Questo negozietto di panetùn si chiama G. Cova. 
E allora mi faceva ridere il giuoco di parole. 

....

Ok, è giunta l'ora di andare a letto. 







8 commenti:

Unknown ha detto...

Allora complimenti il lavoro duro paga sempre, a volte con assegni postdatati, ma paga.

Marta ha detto...

è proprio vero.
e tu caro nuovo mio lettore resta nei paraggi che voglio ripagare anche la tua fiducia. In bianco. ;)

Buhbuhbutter ha detto...

Allora è proprio il caso di dire:" Letame, letame, letame!"
...anche se suona molto meglio merda!
Sono curiosissima e il prossimo anno ti voglio vedere ad X Factor, tiè! :*

Debora ha detto...

Vedi che spalare letame anche solo col pensiero ha portato fortuna? Benissimo!! Allora a gennaio il tuo libro sarà il mio regalo di compleanno!! Non riesco a trovare quello prima, ma vedrò di rivolgermi ad una libreria fornitissima a Monza, forse li lo trovo.. Ti faró sapere!!
Per il resto aspetto trepidante!!
Buon tutto, bella donna, sono certa che se questo 2012 sta finendo bene, il 2013 sarà scoppiettante!!
Ti abbraccio forte forte, che l'amicizia si sa, scalda più di un maglione di lana!!

.C annA ha detto...

Se Anita friggeva d'amore, io friggo di curiosità: Nina mi è piaciuta tantissimo e sicuramente anche la sua sorellina farà la sua porca figura!
Il lancio del libro ce lo canti? è questa la sorpresa per noi? ^^

Marta ha detto...

@Scarabocchio e le altre: Eheh amiche, la sorpresa si preannuncia favolosa e non dirò niente fino a che non si sarà concretizzata. Però credetemi se vi dico che è figa.

@Debora:Nina si può trovare ordinandolo su internet, oppure alle librerie. Non credo lo tengano ancora esposto perché ormai è passato un po' da quando è uscito...fammi sapere, altrimenti ti mando io una copia! Un abbraccione anche a te

@Mercoledì: solo se vieni a fare la supporter con lo striscione

Prisma ha detto...

Non vedo l'ora che esca!!!

Marta ha detto...

grazie Prisma, anch'io non vedo l'ora :D