mercoledì, maggio 16, 2012

Un mese, un giorno, come al solito come mai

Pasta alla puttanesca, involtini e tortino di alici, fragole con i limoni, è maggio ma non fa caldo, si riesce a cucinare senza condire gli impasti col sudore; per una volta non mi manca il non abitare al sud(o), dove ci sia il mare. Per andare a Milano ho preparato i brownies al cioccolato, prima volta che li facevo, poi li ho chiusi nella scatola di latta vinta con i punti del pane mulino bianco che ho infilato nella borsa e mi è caduta sul piede del mio dirimpettaio di treno, che ha emesso un gemito di dolore. In effetti sì sono buoni e facili da fare ma vantano un peso specifico da far invidia al calcestruzzo. Mi sono messa un vestitino giallo scollato con sopra un maglioncino perché mi vergogno della scollatura, le ballerine bianche sporche di migliaia di giri e ho corso fino al palazzone di RCS arrivando quattro minuti prima l'orario stabilito, ansante e sbatacchiante brownies e aspettative, che poi alla fine tutto è andato bene e mentre i capi parlavano di come sarà il mio libro, quando quanto dove e perché, ho scoperchiato la scatolina di latta del mulino bianco ed è uscito un profumo primordiale da stordire gli uccelli in volo. E poi sono veramente facili da fare: basta mischiare 200 gr di cioccolato fondente, due uova, 100 gr di farina, 100 di zucchero, 70 di burro, una manciatina di nocciole poco tritate, mettere tutto in una teglia e cuocere per mezz'ora, fatto.  Molto soddisfatta dei miei dolcetti, insomma. Molto meno della mia mise, del tutto inidonea all'ambiente irto di tacchi e tailleurini lustri.
Mi adeguerò? Non lo so.
Poi ho fatto un reading con l'Alice in un locale di Bologna che si chiama Vapian, e prima di tale reading c'era un buffet con aperitivo mastodontico completo di cous cous e salsina al tonno che a casa non faccio mai ma quando la trovo nei locali finisco sempre la ciotola, il che è stupido, perché da fare è veramente facile: metti in una ciotola tre cucchiai di maionese, uno di ricotta, una scatoletta di tonno, una manciatina di capperi e frulli tutto con il minipimer, fatto.
Però spesso il tonno in alluminio mi fa venire l'acidità, solo quando sono a casa però, fuori no.
A casa adesso lavoro molto, tra libro da sistemare, cose da tradurre, ripetizioni in nero da dare, oltre alle solite faccende da massaia mamma di gatto moglie amica amante, così il tonno non lo compro mai.
Poi ho letto un libro veramente interessante che si chiama L'arte di non dire la verità, di Adam Soboczynski, che oltre a essere intelligente, amaro e gelidamente illuminante riguardo le sorti della società contemporanea, ha anche l'indiscutibile pregio di avere come autore uno con un nome che nemmeno i commessi di Feltrinelli saprebbero pronunciare mai, e dunque per una volta potete domandarlo senza tema di venire squadrati dall'alto in basso da uno di quegli odiosi sguardi prezzanti degli addetti vendita.
Poi ogni giorno pulisco, lavo, stiro, stendo, cucino, insomma quelle robe lì.
Sento al telefono l'editor che mi segue nel lavoro, che ogni tanto mi dice "brava fantastico, ottimo paragrafo, consegnami il resto domani" e altre invece: "no non va bene riscrivi tutto. Per ieri, per favore".
Ho avuto anche il tempo di passare la domenica insieme a mia sorella, nella sua casetta in montagna, con il cane quattro gatti la polvere e la sua panciona incinta di otto mesi del mio nipote futuro, la vita che preme l'aria convessa.
Così penso di vivere almeno fino a giugno: con le cose da scrivere, le cene da preparare, qualche lettura ad accompagnarmi, la montagna da osservare e il nipote da aspettare, le noiosissime riunioni da tradurre e le pile di roba da stirare.
Così ancora per un mese, con me che faccio mi spendo preparo lavoro guardo osservo leggo attendo, però di certo una cosa la devo dire, e cioè che prima che anche 'sto mese passi, magari il blog lo aggiorno più spesso.
Se muoio, invece, non so.


4 commenti:

Debora ha detto...

Vedi di non morire, non sarebbe né carino né simpatico....

Choppa ha detto...

Farò del mio meglio per non!

Buhbuhbutter ha detto...

Vuoi morire prima della minGhiata dei Maya?! Naaaaaaaaaa!!!
Poi i brownies li devo imparare a fare! DI buoni non ne ho ancora mai assaggiati! (..chi vuol capire capisca! ..eheheh ;)
Non puoi morire, dobbiamo vederci!
Devi vedere (anche se sembro 1 cotechino!) le foto di quel fattaccio in quel di Mordano. Non puoi morire, devo darti un indispensabile souvenir da Vienna! Non puoi morire, mi devi raccontare un sacco di cose!
Insomma NON devi morireee!!! ;)

Anonimo ha detto...

Choppery non deve morire. No ma sto cercando di riuscire a non, come dicevo, nonostante terremoti reali presunti concreti emotivi mentali.
Vediamoci quando vuoi... anche se temo le foto come la...morte! :)


choppa