lunedì, aprile 16, 2012

Today is...




Piove ed è primavera, il che mi ricorda moltissimo i pomeriggi e le mattine di quando andavo ancora a scuola, che mi sembra un tempo insieme vicino e lontano, non riesco ancora a decidere quale delle due.
Per prendere l'autobus che mi riportava a casa percorrevo i portici tutti appiccicaticci con i pavimenti ricoperti di melmina umida, uno schifo, e considerando che io spesso portavo scarpe da ginnastica piatte e sottili che lasciavano passare tutto anche d'inverno, pensate un po' come mi ritrovavo i piedi, alla fine.
Mia mamma mi ha anche raccontato una volta che negli anni 70 da ragazza girava scalza a Bologna con le unghie smaltate ognuna di un colore diverso, quindi nel disgusto ecco ciò che penso: la storia si ripete.
A volte andavo a casa di Isabella che era la mia amica dell'epoca, ci dipingevamo le scarpe sottili con gli Uniposca, ascoltavamo io i Rancid e lei i Pantera e dell'altra roba metal inascoltabile, mangiavamo le piadine fredde con i wurstel e la maionese, poi litigavamo io leggevo di nascosto il suo diario lei il mio, ci scazzavamo di continuo non mi ricordo perché, aprivamo la finestra e urlavamo qualcosa oppure semplicemente ce ne stavamo in camera a piangere o a raccontarci che tutto era abbastanza schifoso, che la scuola era schifosa e allora perché andarci, però intanto ci innamoravamo, accendevamo gli incensi, ci vestivamo di velluto e magliette dei Rancid e dei Pantera e di altra roba importabile.
Un giorno abbiamo fatto una festa per il suo compleanno e io ho fatto finta di dormire tutto il tempo.
Quello che non sapevamo è che i giorni sarebbero passati in fretta e a volte ci avrebbe ricordato di quei giorni là, quel pomeriggio in cui ci siamo fatte le canne tornando dal videonoleggio sotto il ponte di via Mazzini, e anche a casa non ci fermavamo più, poi abbiamo lasciato tutto sventrato sul tavolo, le sigarette i coltelli e il tagliere, tutto il tabacco spippolato in giro, e nonostante le finestre aperte e l'aria da docili fanciulle i genitori avrebbero poi visto e capito e detto "però avreste anche potuto pulire",
ma intanto saremmo state già lontane, da qualche parte, sotto i portici umidicci o a studiare scienze della terra o altra roba instudiabile.
Era un tempo in cui comunque, sia che ci sentissimo sole che piene che vive che morte che quasi invisibili che troppo evidenti che sporche che eteree, eravamo già l'embrione in controluce di quello che siamo adesso.
E oggi che c'è questa pioggia e il grigio e si vedono più le macchie sui vetri, me lo sono ricordato.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

beh leggendo questo umido attacco di primaverile acuta sono costretta a mettermi nei panni altrui, in particolare i tuoi di allora ma anche quelli di ora della minorenne che frequento... così mi arrabbio meno quando entro nella camerazoo!!!!
un abbraccio

Nicoletta

Debora ha detto...

Anche qui oggi il tempo è brutto e umido, e a leggere il tuo post mi hai fotto tornare anche a me ai tempi della scuola.. Io prendevo il treno, la mia scuola era a 11 km da casa, e oltretutto una volta a destinaione, c'era pure da farsi un kilometro a piedi dalla stazione alla scuola, e finché c'era il sole, o almeno non pioveva, okkey, ma quando gocciolava, io allergica agli ombrelli, che sai, a quell'età non era figo farsi vedere con l'ombrello, si arrivava sempre mezzi, e poi 6 ore in classe a far nascere i girini nelle scarpe, regolarmente da ginnastica e regolarmente bassissime...
Ma ciò che più mi manca è il rifugiarmi nella mia cameretta, con la mia immancabile musica lounge che si diffondeva dallo stereo, ed io, seduta sul letto, un po' a studiare, un po' (per lo più) a pensare al ragazzino che mi piaceva all'epoca (che non è mio marito)...
E oggi invece mi sono rimaste le scarpe da ginnastica ai piedi, sempre, immancabili compagne di tutta la mia vita, mi è rimasta l'allergia agli ombrelli, e mi è rimasta la musica lounge che si diffonde non più nella mia camera, ma in tutta la mia casa, e mi è rimasto un po' fare le faccende, e tanto pensare a mio marito e a quanto io sia felice con lui..
Sarò strana, ma a me il tempo umido, uggioso, nuvoloso piace, forse era una suddita di sua maestà la regina di inghilterra, in una mia vita precedente, e mi è rimasto questo retaggio...

lucanellarete ha detto...

volevo solo dire che stamattina hanno messo la stessa canzone alla radio in mezzo alla rassegna stampa e non capivo perché
che poi tra l'altro le zucche mi tirano fuori tanti di quei ricordi adolescenziali che lèvati
ciao

MatteoG ha detto...

Capita spesso pure a me di rivedere, ma di più, rivivere ecco, dei momenti, in qualche caso interi anni (felici) passati. Comincio a credere che la felicità sia nel passato, comprensibile solo quando la osservi la lontano, quando non ci sei più dentro. Buon week fantastica Marta!

Choppa ha detto...

La felicità è dentro di noi sempre, solo che è più difficile vederla nel presente, visto che è pieno di cose urgenti da fare. La felicità è un ospite timido: ci mette un po' prima di mettersi a suo agio e farsi notare!
Baci a tutti voi ex adolescenti come me.

Allie ha detto...

Io adoro la pioggia, anche se mi fa venire enormi mal di testa. E' il clima adatto per leggere, scrivere e naturalmente ricordare... soprattutto visto che la maglia dei Rancid (da Piazzola!) è ancora nel mio cassetto ;-) La prossima volta che ci sarà un tempo da lupi la metterò... And Out Come The Wolves!

Anonimo ha detto...

Aaaaaaaaa Marta leggo solo ora! Io quel pomeriggio lì mica me lo ricordo, me ne ricordo tanti altri, sotto i portici davanti a Palazzo Fava e in giro e dal greco e sull'autobus e da me e da te. Cosa fa un'oliva su un piatto piano?
Un abbraccio fortissimo a tutte le Marte passate, presenti e future