La faccenda è molto buffa e oltremodo rilassante, visto che fino a ora e da almeno dieci anni a questa parte ho continuato a partecipare a gare e concorsi in qualità di organizzatrice/schiava/tuttofare, tenendo a bada giurati e concorrenti in un crescendo esponenziale di crisi di panico e potere, blandendo gli uni e rincuorando gli altri, e a volte pure viceversa, portando caffè e tè e sacchetti per il vomito (giuro, è successo) sfrecciando sudata per vie e palazzi tentando di accontentare tutti, mentre adesso -oh, adesso- sarò finalmente io a poter poggiare le mie chiappe su una poltrona di velluto e lamentarmi di tutto stroncando il lavoro di giovani talenti.
Ah, che soddisfazione!
Scherzo, naturalmente.
Come al solito sarò di pane e tenterò di premiare chiunque, anche solo per il fatto di essersi preso la briga di partecipare a una gara il cui regolamento recita la formula "entro e non oltre".
L'organizzazione mi ha contattata in quanto scrittrice di un libro circa l'adolescenza e le paranoie sul futuro in generale, nonché in qualità di nota esponente massima di uno dei tratti caratteriali necessari a giudicare gli altri, ovvero il comportamento socialmente borderline con gravi scivoloni verso la misantropia incurabile.
Fatto sta (o fattostà, o fattòsta) che ora mi ritrovo con un dvd contenente la bellezza di 12 cortometraggi girati da una caterva di adolescenti sumarnàz più o meno tutti sul tema "Aspettando domani".
E io entro domani dovrei visionarli, giudicarli e metterli in fila in ordine di bellezza, per poi premiarli insieme ad altri due -di certo più autorevoli- membri della giuria nella serata di gala del 28 marzo al cinema di Sasso Marconi (Bo).
Il concorso è organizzato da Officine di strada, progetto realizzato dal centro giovanile Casa Papinsky, noto luogo dell'Appennino ove si stimolano la creatività e la socialità giovanili, tutte cose da plaudere e invidiare per chi come me non riesce molto a stare insieme agli altri adesso, figuriamoci quando era adolescente, e da plaudere e invidiare in generale.
Sono indi per cui (o indipercui o indie per cui) assai lusingata di questo fatto, e pertanto (o per tanto) cercherò di fare del mio meglio nel giudicare il più assennatamente possibile e per quanto lo permettano le mie capacità, le opere dei ragazzi, onorando l'impegno degli stessi, degli organizzatori, dei galoppini che mi porteranno caffè, tè, sacchetti del vomito e della città di Sasso Marconi (Bo) tutta.
Ah, e poi mi sono presa anche un vestitino rosso corallo per l'occasione, che non si capisce bene che cos'abbia più di me una qualsiasi Isabelle Adjani alla mostra del cinema di Cannes.
2 commenti:
grazie per i complimenti! cmq per il responso intendevamo mercoledì prossimo quindi vai tranquilla...per quanto riguarda i sacchetti del vomito ci possiamo attrezzare ma non garantiamo :)
grazie ed a presto, giurata.
..gli organizzatori..
Grazie a voi! Speriamo non ci sia bisogno di sacchettini...
baci, a presto
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