Amo la cucina, come sapete, amo scrivere e amo tenere un blog, almeno quanto amo Stanley Tucci e i libri di ricette e insomma, capite...in quel film ci sono TUTTE QUESTE COSE!
Aiuto. Diventerà uno dei miei preferiti?
Allora, visto che ho anche appena finito di dare un'occhiata a Repubblica.it, e nello specifico alle liste delle "10 cose per cui vale la pena vivere" scritte da orde di lettori che evidentemente non conoscono il dolore, beati loro (né il vocabolario d'italiano, beata ignoranza), potrei dire che nella mia lista personale (da appendere al frigo come quella della spesa, tramite apposite calamite a forma di patatina e torta Sacher) ci metterei tra le altre cose:
1) cucinare
2) scrivere
3) guardare film
4) Stanley Tucci.
Peccato che al momento queste cose fantastiche per le quali secondo me vale la pena vivere latitino nella mia routine quotidiana quanto l'umiltà nelle liste di Repubblica.it, per vari motivi e precisamente perché:
2) (il motivo 1 lo scrivo dopo perché è tragico e prima di arrivarci devo creare un po' di pathos, che non è un piatto messicano ma un climax che vi porterà a dire "oh, no! Tapina lei, com'è crudele l'esistenza, e proprio ai danni di una persona tanto buona come la Choppa").
Insomma,
2) scrivo poco. Penso, questo sì. Rimugino su un sacco di roba, ci sarebbe anche una proposta interessante dal curatore di una collana di giuovani autori e io ecco, dovrei mandargli qualcosa, e poi vorrei scrivere anche dell'esperienza ospedaliera perché è stata una roba grossa, devo, no? Ecco. Però non mi sento in grado di farlo, e allora scrivo poco, anzi a parte un mucchio di liste
della spesa e recensioni per il Bollettino Novità della biblioteca non scrivo proprio un cavolo.
3) guardo pochi film, sob. Io e Marco siamo diventati divoratori seriali e insaziabili di serie televisive, e allora tutto ciò che vedo sono mostri che escono dalle persone che abitano in mondi paralleli, una volta a settimana sul pc. E mi piace pure!
4) Di Stanley Tucci, così come di Bill Murray, ce n'è sempre troppo poco. Anche se ne avessi uno per ogni stanza ne sentirei preoccupantemente la penuria, e avendo per ovvie ragioni un numero di Stanley Tucci pari a 0 (zero), potete ben capire il mio disagio.
1) ed ecco, non cucino più come una volta.
E non per mancanza di tempo.
E non per mancanza di voglia.
E non per mancanza d'idee, né di riviste o libri di cucina, che pesano sulle mie librerie tanto da imbarcarne le assi.
Bensì perché.
Mi si è rotto il forno.
Non sento nessun lamento, né sospiri strozzati d'agonia.
...nessuno svenimento....
siete sicuri di aver capito bene?
MI
SI
E'
ROTTO
IL
FORNO.
Tutto questo fa dell'imminente disastro nucleare, della guerra in Libia e della lista dei 10 motivi per vivere della maggior parte dei lettori di Repubblica.it
pura fuffa senza costrutto.
Ora non resta che trovare rimedio.
I rimedi a cui penso sono:
2) mettermi davanti al piccì e tentare di buttar giù qualcosa, bon, basta palle.
3) andare più spesso al cinema e convincere Marco che c'è vita oltre Emule.
4) mmmh, ci devo pensare. Suggerimenti?
e, cosa più importante,
1) martedì vado a vedere le cucine dell'Ikea. Poi vi dico.
Se mai potrei invitare Stanley Tucci a provare una KLIPPAN, per caso qualcuno di voi ha il numero?
3 commenti:
la rottura di un forno è sempre un grosso dolore....stasera mi sa che passo allo zammù!!!
la gita all'Ikea è rimandata a oggi: ti so dire...
Se riusciamo facciamo volentieri un salto anche noi, allo Zammù, per ascoltare i vostri fidanzati!
Grazie per ieri.
Di Julie et Julia mi aveva parlato benissimo un amico l'anno scorso. Grazie al tuo post me ne sono ricordata e me lo sono goduto un paio di sere fa.
Alla scena del burro appoggiato sotto la foto ad omaggiare la moltopiùcheMaestra della protagonista... beh, puoi immaginare... mi sono squagliata peggio dello stesso burro su una padella!
ps. Ikea ci salverà! :D
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