venerdì, maggio 28, 2010

Mio

In camera mia sembra sia appena esplosa una bomba, dilaniando coperte e lenzuola, sventrando cassetti e sparpagliando le molli membra dell'armadio sul pavimento, le sedie e la scrivania.
Un anno fa non era così. Camera mia era soltanto camera mia, "mia" aveva un senso, come quando da piccoli le ditina morbide si stringevano attorno a un giocattolo, contenderlo con un altro era solo un'affermazione della propria identità (diobono come son pallosa oggi, scusate, devono essere le mestrue). Un anno fa le canottiere e le mutande erano ordinate per colore nel primo cassetto della MALM, le calze nel secondo, nel terzo le scartoffie e le cose-che-non-devono-essere-viste-da-mia-madre (manette di pelo rosa, preservativi, piani per conquistare il mondo, vecchi diari segreti). Nella libreria i libri dritti sistemati come piace a me, per casa editrice, non per autore, ognuno con un proprio spazio come lo avevo io, come lo avevano le "mie" scarpe, il "mio" stereo, le "mie" coperte di riserva e la "mia" collezione di incensi e candele.
E niente, tutto questo piagnisteo per dire che: adesso che condivido la stanza i cassetti della MALM sono diventate fauci rigurgitanti slip sdruciti e maglioncini a righe a collo alto, schede video, set da barba, cd, sacchetti di giornali, sacchetti di sacchetti, grucce, plettri.
La mia libreria (quella che ERA la "mia" libreria sob sob sniff argh) ospita un arsenale di miniature di navicelle di Star Wars che con una scudisciata di spada laser, un rutto di Chewbacca o che cavolo ne so io han spazzato via tutte le mie candele. I "suoi" libri si sono ammonticchiati in collinette senza senso e ora mi ritrovo Pratchett accanto a Sandro Penna, Avoledo su Pennac e Lovecraft con Bryson; sulla cesta di banano non ci sono più gli algidi cuscini dell'Ikea ma un basso, un sacco dell'immondizia con dentro "assolutamente una cosa che si deve tenere", un paio di poster arrotolati e, per favore non chiedetemi perché, una saldatrice.
Le deliziose copertine arancioni sono sparite "fa troppo caldo", così come i cuscini di lana cotta comprati a Praga "sono troppo country" e le cartoline appese allo specchio "fanno disordine".
AH! Fanno disordine! E invece i cd per terra, il quadrilione di fili e cavi che proviene dai tuoi mille miliardi di aggeggini elettronici ("ma Marta! Il simulatore di miasmi da motocicletta è un accessorio assolutamente indispensabile!"), i pupazzi di Snoopy e Indiana Jones in plastica purissima quelli no, non fanno disordine.
E giù a litigare.
Cioè, e giù io a scuotere la testa e cercare di arginare la slavina di materia che preme per debordare, e lui ad allentare la diga portandomi ogni settimana dal rigattiere.
Perché, e qui devo fare una confessione, io adoro il rigattiere. Stiamo "mettendo su casa" e io ho assoluto bisogno di nuove tazze decorate a mano, pentole di coccio, contenitori di latta e, naturalmente, deliziose copertine e cuscini di lana cotta.
E il ciclo ricomincia.
Domani monteremo il letto nuovo.
L'abbiamo preso (non importa vi dica dove) con una testiera che diventa un' enorme cassettiera a scomparsa.
"Vedi mamma? Per metterci libri, fazzoletti, mutande"
"Preservativi, manette di pelo rosa..."
La camera sembrerà un po' più spoglia, un po' più pulita e di nuovo più "mia". Anche se forse no, a meno di non voler buttare dalla finestra-incendiare per sbaglio/apposta l'intera collezione di mostri di Star Wars, oppure, ma questa è solo un'ipotesi, a meno di non volersi convincere che non sarà mai più "mia", ma "nostra", e cercare di non reprimere l'enorme felicità che tutto il caos e la vitalità di quest'idea riesce a instillarmi dentro, nel cuore.

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