domenica, luglio 12, 2009

La fine, l'inizio, il brasato e altre storie

VERSIONE FAST POST PER CHI HA POCO TEMPO E SE NE SBATTE DELLA QUALITA':

Ieri pomeriggio verso le due ho spedito il libro. 
Sono andata a festeggiare con una cena da Amerigo, spendendo buona parte dei miei risparmi in cibo sopraffino.
Sono così contenta che ho cambiato faccia.

VERSIONE SLOW POST PER CHI AMA GUSTARE OGNI SINGOLA SFUMATURA, SA QUANTO SIA IMPORTANTE IL TERRITORIO E CONSIDERA IL CIBO UN VERO E PROPRIO PATRIMONIO CULTURALE. ANCHE PER CHI HA TEMPO DA PERDERE.
ANCHE PER I FIGHETTI PIU' SPOCCHIOSI CHE APPROVANO L'INSANA PRATICA DI GIRARE COME CRETINI E SPENDERE PATRIMONI IN NOME DELTURISMO ENOGASTRONOMICO.
ANCHE PERCHE' MI DEVO SFOGARE RACCONTANDO TUTTO.
COME UNICA AVVERTENZA, DICO SOLO: SE SCEGLIETE DI SEGUIRE L'OPZIONE SLOW POST,

Solo quando ho mandato l'email alla casa editrice e al momento di cliccare su "Invia" ho sentito frinirmi le cicale nel cuore come in un campo di Bangkok, ho capito quanto ci tenevo, a questo libro.
Quanto tempo, fatica, lacrime, apprensione, aspettativa vi riponevo.
Quante ore ha rosicchiato via ai miei amici, all'Università, ai lavori che avrei potuto fare, ai barattoli di paté che avrei potuto pigramente raschiare con il dito, alla vita che facevo prima e che - per un po'- non ho fatto più.
Non me ne rendevo conto, ecco cosa.
Non sapevo fosse così importante per me. 
Invece eccomi là, le mani formicolanti e tutto il corpo in subbuglio perchè ho mandato - santo cielo santo cielo data da scrivere subito sul diario segreto- il mio primo computerscritto a una vera Casa Editrice.
La mia testolina ha continuato a vorticare tra gli ultimi paragrafi, cercando di collegarli a quelli in mezzo, senza smettere di chiedersi "vanno bene? Vanno insieme? Ho dimenticato qualcosa? Posso dare più ritmo, più senso, più profondità, posso essere più incisiva, più attenta, più misurata? Meno misurata?", mentre una voce che da flebile e timidina si faceva, man mano che passavano i minuti, sempre più ferma e sicura, mi martellava con la richiesta:
"Festeggiamo da Amerigo? Festeggiamo da Amerigo? Eddai, hai finito, vai a svegliare Marco e festeggiamo da Amerigo?!"
Dopo un'indulgente occhiata al sito e un rapidissimo sguardo al portafoglio, ho deciso e l'ho soddisfatta, quella voce.
Anzi, è stata la prima volta che, grazie a un telefono, ho messo qualcuno a tacere.
"Pronto, Amerigo".
"Pronto! So che sono in super ritardo, ma vorrei prenotare per stasera, c'è posto?"
(Ho proprio detto so che sono in super ritardo ma vorrei prenotare per stasera, c'è posto. Grazie a Dio la smetterò di scrivere dialoghi, almeno per qualche mese)
"Per quante persone?"
"Due"
"Per che ora?"
"Va bene per le nove?"
"Perfetto, allora. A stasera"
"Ah, senta, c'è anche la possibilità di avere una camera? Perchè ho intenzione di bere molto!"
(GRAZIE A DIO, dicevo....)
"E' rimasta solo la numero 4".
"Va benissimo! A stasera".

Contenta, vocina?
Sono corsa a svegliare Marco, cantandogli all'orecchio "sorpresa sorpresa sorpresa sorpresa!", saltellandogli tutto intorno e facendogli il solletico. 
Peccato che, data la mole, il mio saltellare, assieme all'esile Marco, abbia destato bruscamente tutta la palazzina e spanato per sempre le già massacrate doghe del letto.
"Mbrshggbbrbr checcè?"
"Indovina! Indovina!"
"Mbrzzzzzz ma chennesooo?"
"Eddai eddai indovina!"
"Mrbrbz...che giorno è?"
"Daaai, è sabato pomeriggio! Ti sei addormentato di pacca appena rientrato dal lavoro! E io invece...non ho dormito!"
"Mhh..sabato...tu non....ODDIO! IL LIBRO! L'HAI MANDATO?"
"SI'!"
"Brava!"
"Lo so! E per festeggiare ti porto in un beeel pooostooooo"
"Mmmmh, eddove?"
"Mmmmh...non te lo dico"
"Ok"
"Ok te lo dico: da Amerigo!"

Amerigo non è lontano da casa mia, eppure mi è sembrato di partire per un viaggio lunghissimo e avventuroso, e non soltanto perchè qualsiasi tragitto, anche due chilometri di piatta tangenziale, sulla matusalemica TechniPolo di Marco può rivelarsi arduo come la Parigi-Dakar, ma soprattutto perchè ho provato la stessa sensazione che ti pervade quando stai per chiudere una straripante valigia, lanciare un ultimo sorriso alla stanza e prendere un taxi per l'aeroporto.
Sollievo ed eccitazione.
Gioia gialla che ti apre un'alba dentro.
A meno di non sbagliare strada e ritrovarsi davanti a un cartello di divieto d'accesso alla Fira d'Zola.
Comunque, arginato l'imprevisto, siamo saliti su per i tornanti e giunti in quel di Savigno, io vestita tutta elegante (sempre nei limiti del reparto Taglie Forti Oviesse Industry. Che poi, breve parentesi amarognola prima di passare a descrivere di dolcezze, com'è che prima quel reparto lì si chiamava "Signorine Grandi Forme" e teneva abitini carini che cadevano svasatini sui fianconi e adesso si chiama solo "Taglie Forti" e fa progettare vestiti adatti solo a the Elephant Man? Non è giusto. Solo perchè sono grassa non vuol dire che debba andare in giro intabarrata come un'anziana musulmana. Non mi voglio vergognare del mio grasso, ci pensano già abbastanza gli altri a farlo al posto mio. Rivendico il mio diritto a essere una Signorina Grandi Forme e a svolazzare come l'ippopotamina di Fantasia in un tutù tutto tulle e in pantaloncini stretch di lamè, se mi va).

Dicevo.  
Io tutta elegante nel mio vestito nero a diciannove euro, ballerine e coprispalla di Elena Mirò (rubato alla mutter), e Marco in magliettina arancione a righe, pantaloni di lino coi tasconi e Converse, che risultava più elegante di me in quanto naturalmente dotato di stile e soprattutto magrissimo.
Varchiamo la porta di Amerigo che siamo il ritratto dell'aspettativa, che come al solito non viene delusa.
Dio, da quanto tempo non ci mangiavo, in questo posto. 
Da quanto tempo non entravo in un ristorante da due stelle Michelin.
Da quando la mia storia con il dolce Peppe è finita, ecco da quanto. 
Queste mura ricoperte di vecchie targhe di metallo, le tovaglie a quadretti e l'odore di polvere antica, l'attimo magico, come sospeso nel tempo, prima di aprire il menù, l'atmosfera allegra, distesa, come di casa, tutto è pervaso del ricordo di noi due che scegliamo insieme il cibo, ci sorridiamo, ridiamo alle nostre battute. Ci conosciamo come una vecchia coppia di sposi.
Eppure è diverso, è un mondo diverso, una vita diversa, adesso.
Anche Amerigo sembra diverso, anche il cibo, anch'io.

Reggendo il flute dell'aperitivo offerto dalla casa, sbocconcellando le ottime polpettine fritte servite assieme al fresco prosecco (leggero, frizzante, esattamente come mi sento io), scorriamo ammirati il menù e optiamo per la scelta "Degustazione".
Marco sceglie i Calzagatti, ovvero quattro quadratini di polenta di segale fritti e avvolti in sottili nastri di lardo pregiato;
io prendo il "Carpaccio di Amerigo", ossia testina di vitello, lingua e galantina fredde accompagnate da salsa verde e friggione.
E' quello che viene da qui, dalla mia terra. Mi nutro di salse e maiale come farebbe un napoletano di pizza, un altoatesino di knodel e un piemontese di bagna càuda, ed è come ritrovarmi.
Per primo, godiamo di un piatto di meravigliosi tortelli ripieni di crema al parmigiano e prosciutto di Mora. 
Ricamiamo con estatici "mmmmmh" il tessuto morbido e ricco di una conversazione piena di ricordi, aneddoti, impressioni, tanto interessanti quanto nuovi, perchè noi siamo ancora nuovi, la nostra storia è ancora in quella fase in cui un passato in comune c'è, da far affiorare, e tanto di non svelato ancora attende ognuna delle due parti.
Ordino due bicchieri del vino più buono, e più pesante, venga prodotto sui colli bolognesi.
Il famigerato Bonzarone della Tenuta Bonzara (non pronunciatelo con troppa nonchalance dinnanzi ad altri vini, o si metterebbero a tremare fino a tramutarsi in aceto).
I calici arrivano assieme al secondo, un celestiale brasato di guancia di vitello accompagnato da setoso purè e sdrammatizzanti rondelle di cipolla fritta (niente a che vedere con quelle che avete in mente voi), artisticamente disposte a montagnetta sul piatto, quasi a volersi pudicamente scusare, con la loro umile origine, per lo scandaloso lusso della tenera carne.
"E' troppo bello per mangiarlo".
Gnam gnam mmmmmh gnam gnam
"Non avevo mai vissuto un'esperienza così"
mmmh gnam gnam 
"Facciamo un brindisi, Marta"
"Sì! Hic! A cosa?"
"Indovina..." Marco ammicca, sicuro dell'ovvietà del nesso
"Ah giusto! Al Bonzarone! Hic"
.....
"Mannò, scemotta! Al libro!"
"Uh. Ah si, si, al libro!"
Gnam gnam
Dio, che buono il brasato. E che buono il vino. Che posto delizioso.
....
"Dici che è brutto?"
"Gnam slurp, cosa?"
"Il libro"
"Eh?"
"Il libro, è brutto?"
"Ma cosa dici?! E' bellissimo"
"Non hai letto la fine, tu"
"Mmmmh...piantala. Sarà bella come tutto il resto"
"Non lo so...e se è ....non finito, raffazzonato, un po' buttato là? Venuto male? E poi ho messo anche cose già scritte sul blog"
"E allora? Sono belle, no? Sono sotto licenza tua, no?"
"Sì"
"E allora basta, che ti preoccupi? Ormai è andata".
Già, è andata.  Mi sciacquo la bocca con un altro sorso di Bonzarone. L'ho spedito. Non ho completamente perso un anno della mia vita.
"Ma se non piacerà? Se sarà una delusione totale?"
"Marta, piacerà. Non sarà una delusione, perchè sei tu. Ci sei tu, lì dentro, quelle pagine trasudano te, nel bene e nel male. E' divertente, ricchissimo, strapieno e straripante, intelligente e magari anche sconclusionato e poco chiaro, a volte, ma delicato e profondo come sei tu. E anche se non piacerà, chissenefrega, ok? Se fai il conto di tutti gli amici e i parenti che ti adorano, ti accorgerai che almeno un centinaio di copie le venderai, e va già bene così, no?"
"Eccome! Già venderne venti per me sarebbe una cosa da non credere".
"Allora smettila di farti paranoie, pliiis. E ordiniamo il dolce"

Prima di farci scoppiare i pantaloni (lui) e la pancera (io) con una mattonella al cioccolato 70% Amedei con riduzione di caffè (io) e mousse di ricotta alla Saba (lui), la bella cameriera ci porta un freschissimo sorbetto al cetriolo, che ci fa burpettare graziosamente le portate precedenti.
Arrivano i dolci, restiamo soli nella piccola e accogliente saletta.
Ci guardiamo raggianti e ripieni come uova.

La sera, dopo una passeggiata per il paese (molto breve, visto che il centro di Savigno sta tutto su un piatto), andiamo nella nostra camera, dove ci aspettano una doccia con le pareti a mosaico e la cascata a pioggia, un bagnoschiuma dorato, mobili di design, un letto a baldacchino, rubinetti di rame, lenzuola leggerissime e un enorme, gigantesco, quasi spudorato ritratto in bianco e nero di Stanlio e Ollio.
"Siamo noi!"
"E' proprio la nostra stanza!"
"E' proprio la mia sera"
"E' la tua"
"E domattina è la tua"
"Eh?"
"C'è il mercatino dell'antiquariato lungo tutte le stradine del paese".
Gli occhi gli si riempiono di lacrime.

Ho sopportato un anno di tedio, angoscia e frustrazione, autoanalisi, cambiamenti, sempre sull'orlo della depressione, e ne è saltato fuori un libro.
Riuscirò a sopportare anche cinque ore a perlustrare sotto il sole cocente ogni singolo oggetto da rigattiere che abbia almeno quarant'anni e la dicitura "grondo ruggine" da tutti i lati.
Anzi, non solo lo sopporterò, mi ci divertirò.
Mi chiedo proprio cosa ne salterà fuori!



14 commenti:

.C annA ha detto...

Cosa salterà fuori lo scoprirai poi... nel frattempo accontentati di sapere che sono saltate fuori un bel pò di concrete lacrime di profonda commozione dai miei occhi che non saprei mai giustificare a parole!
=)

M.P. ha detto...

Ciao, superfantastica Choppa! Sto leggendo il tuo romanzo (che mi porterò dietro durante la mia settimana di vacanza). Al rientro ti faccio sapere! Intanto ti mando un bacione!

Choppa ha detto...

@scarabocchio: quelle lacrime annaffiano il mio affetto, e fanno crescere l'amore mio per le parole e il mio bene per te.
(Oddio, sembra una poesia di Bondi! Eppure lo penso davvero)

@Max: sii spietato. Anzi no. Anzi si. Spero almeno ti faccia divertire un po'! Buone vacanze nella terra dei peggiori comici italiani :) (Primo Benigni a parte)

Penny Lane ha detto...

Per la Choppa: hic hic urrà! Hic hic urrà!!!!
Evviva, hai finito il libro!!! Divertiti a Savigno, che sembra un posto meraviglioso tra cibo e romantic situescion...e ora rilassati dopo quest'anno di fatiche! L'altro giorno, quando ho mandato la tesi in legatoria, ho capito che non poter più cambiare una virgola, nel bene e nel male, è un sollievo infinito...Stai tranquilla, nel libro ora c'è tutto quello che potevi metterci, tanto buon succo di Choppa, energy drink tutto naturale!
Un bacione!

Baol ha detto...

Io il libro se esce, appena esce me lo compro...ma poi tu me lo autografi eh!!!

;)

Choppa ha detto...

@baol: se esce dobbiamo chiederlo ai miei editori, comunque quando te lo compri, se lo compri, te lo autografo eh!!!
;)

@dressel: urrà per la tesi! Brava! Ma dopo torni in Austria?

DRESSEL ha detto...

choppa choppa, vabbè che mi vedi dappertutto (poverina), ma non confondermi con la penny, sennò mi si offende!!!
complimenti, non vedo l'ora di leggere il tuo libro!!! a giudicare dall'incipit che mi avevi mandato sarà sicuramente degno di te!
un bacione!!!

Choppa ha detto...

son rincoglionita.
Scusa dressel, scusa pennylein!

Ricky32 ha detto...

Brindo con te virtualmente al libro che non vedo l'ora di leggere e di vedere autografato! Intanto contengo a malapena l'acquolina che mi è venuta leggendo il post! :)

Baol ha detto...

Ormai hai promesso...

Penny Lane ha detto...

Aahhhhhhhhhhh!!!! Io sono inconfondibile!!!!
Vabbè, ti perdono giusto perché so della torbida relazione che ti lega a Dressel, che già partecipa a un mènage à trois con l'amicomarco, a sua volta inconsapevole vittima sull'altare della passione per Dirty Scilla....Immagino sia difficile tenere a mente tutti gli intrecci! :))
In Austria forse ci torno ma giusto per qualche dì di vacanza post-tesi: adesso urge il trasferimento a Roma chez l'amour et la vie!

(Però come segno d'animo contrito, voglio minimo una copia gratuita del libro; al massimo, autografata e accompagnata da supplì e seppie à la Choppe!)

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu