lunedì, novembre 03, 2008

Quadretto esplicativo di OgniCosa


Ascolto un sacco di volte al giorno "Everything" di Alanis Morissette, infatti l'ho anche appiccicata qua di fianco perchè è vero, è quello che ascolto in questo periodo.

Il fatto è che Deezer ha l'opzione autoreverse, quella che usavo a dieci anni quando sentivo Elio mille volte nella notte, sotto le coperte puzzose d'armadio, ascoltavo Enya e i Queen e pigiavo quel tasto per non dover girare la cassetta.

Ascoltavo anche i Pitura Freska, giocherellando con lo scotch che teneva assieme la carcassa del walkman e con i versi di "Marghera "("marghera sensa fabriche saria piu' sana, 'na jungla de panoce pomodori e marijuana").

Poi anche Ligabue, ma a quel punto credo fossi già un po' più grande perchè capivo benissimo tutto "Buon compleanno Elvis", provavo vergogna quando sentivo "c'è la notte che ti tiene tra le sue tette un po' mamma un po' porca com'è" e m'immedesimavo con l'ochetta protagonista di "Quella che non sei" ("io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le tue scuse senza saper per cosa.Eri in mezzo a chi ti dice "scegli": o troia o sposa"").

E così spingevo l'autoreverse consunto e imparavo a memoria acuti, parole e assoli, cantando senza voce perchè magari era già tardi, era il famoso cuore della notte, e prorompere in un "Figaaa! Figa pelosa!! Figlio di puttana!! PorcoDieseeeel!"mi era proibito dal già allora sottilissimo istinto di autoconservazione che si sarebbe lacerato di lì a pochi anni.

Adesso Deezer approfitta dello squarcio: mi vede lì, bella tesa per il corollario di avvenimenti funesti che ha ben pensato di decorare la fine di quest'anno bisesto, desiderosa solo di straziarmi timpani e ugola per qualche oretta, e allora mi propone "Everything" di Alanis Morissette.

Alle due del mattino. Che è proprio l'ora migliore per dar sfogo alle manie da ultimo stadio e ai comportamenti ossessivo-compulsivi che di solito cerco di ricucire nell'imbottitura spessa del resto del giorno. Così via di cantatine e pianterelli e pensieri di solitudine eterna (mando via le persone che amo e mi amano, non credo in me stessa non mi sopporto come potrò mai essere amata e amare davvero non faccio nulla non sono in grado di portare a termine gli impegni sono cicciona sono pigra e inutile e buona solo a rompere i coglioni e a far finta di star bene), via di cucina.

Ieri notte, mentre canticchiavo "My passive aggressiveness can be devastating....you see everything, you see every part...you see all my light, and you love my dark", ho preparato la crema pasticcera.

Ho rotto due uova in un pentolino, le ho mescolate con la frusta a mano insieme a quattro cucchiai di zucchero (forse ne sarebbero bastati tre), tre cucchiai di farina e due pezzettoni di scorza di limone.

Ho acceso il fuoco e non ho resistito: ho leccato la polpa del frutto aspro e delizioso, quella parte di carne viva che faceva capolino dalle finestrelle sbranate per aromatizzare il latte, ho morso il limone raggrinzendomi i denti, lasciandomi scappare un "mmmmh" sorpreso e strizzando un po' di succo nella crema cruda.

Alla fine erano le tre ed è venuta fuori questa pappetta densa e bollente, liscia, soda, non ho resistito ancora e ho pescato con il cucchiaio la scorza cotta, l'ho succhiata tutta e l'aspro insieme al dolce, il fresco annullato dal caldo, "what I resist, persists and speaks, louder than I know...what I resist you love no matter how low or high I go", mi hanno placata.

Sono tornata alla scrivania con in bocca la buccia gialla, ho parlato con Stefy e le ho detto che ne ho abbastanza di me stessa, dei consigli stampati sugli assorbenti, di preoccuparmi di tutto inutilmente, delle mutande a stendere, di cosa preparare per cena, di cosa dire, cosa scrivere, di come comportarmi, di immaginare spuntoni enormi che fanno di me un piercing vivente (già. Al mio confronto Jack Nicholson in Shining è un prodigio di equilibrio).

Di agire con criterio.

Allora ho dato sfogo, perchè alle quattro non si può far altro.

Ho ripreso il pentolino e l'ho finito, grattando i resti di crema con la lingua, e ho fatto ripartire Alanis con quel testo che parla di me, con l'autoreverse.



(Sabato vado a Londra e mi son dimenticata di portare il cappotto al lavasecco: l'ho rodato tutto lo scorso inverno e sembra che sia stato usato da Slimer come bavaglino).




2 commenti:

Anonimo ha detto...

SABATO VAI A LONDRA?!?!?
Che figata!!!!!!
Divertiti e goditela anche per me (come ti dico sempre ogni volta che ci vai!). Brava brava!
un bacione
giuggi

Choppa ha detto...

Sìììì! Ti porto una fetta di torta del matrimonio di Fergie.
O preferisci Chris Martin surgelato?