sabato, agosto 02, 2008

QuarantasettePercento

Antonio mi ha chiesto di utilizzare il blog per chiamare a raccolta chiunque sia d'accordo nel rifiutare qualsiasi forma di omologazione e assenza di pensiero spontaneo e non convenzionale.
Mi ha scritto: "per favore facciamo partire una rivoluzione, facciamo passare l'idea che seguire i dettami di Mtv, spinaciarsi i capelli come Cobain e snocciolare liriche emo solo perchè va di moda non va bene...prova a spiegare che ognuno dovrebbe pensare per se stesso, dovrebbe avere le proprie convinzioni, non perchè le ha dette quel tizio barbuto là o questo pelatone qua, ma perchè ci crede".
Sì, sì, Antonio.
Io lo faccio volentieri perchè sei un amico e ogni settimana ti fiondi senza remore con me nell'inferno della salsa. Lo faccio perchè anch'io credo che non ci si debba fermare alla prima parola che esce dalla bocca del primo gallinaceo antropomorfo che s'incontra in televisione (o per strada, se è per questo) e prendere per buona la prima-ma soprattutto la più comoda-versione.
Ma ti rendo partecipe di alcune cose:
1. Io non credo nella gente.
2.Non penso mai a essa come massa. Cerco di trovare-quando e se mi va- l'interessante nel singolo. L'interessante, Antonio, mai il buono, perchè il buono puro per me nella gente non esiste, così come non esiste la totale indipendenza, perchè ciascuno, in proporzioni variabili, viene influenzato nei pensieri da qualcosa che, volente o nolente, lo porta a non ragionare mai in modo completamente autonomo. L'influenza può essere dettata da emotività, droghe, passione cieca, follia, comodità, interesse; e se questo è vero per il singolo, figuriamoci per la massa.
Perciò sono convinta che anche se trovassimo qualche "adepto" al movimento, non sarebbe mai davvero del tutto privo di corruzioni esterne, proprio come non lo siamo nè tu nè io. E comunque, visto il punto 1, lo ritengo uno sforzo inutile.

3. Mi piace poter credere che ogni singolo post che pubblico da ormai tre anni su questo blog sia un inno al libero pensiero e al libero agire. Ognuna delle numerose persone- tu compreso- che passa di qui e legge le cose che scrivo, e continua a leggerle, a commentarle e ad apprezzarle quotidianamente, credo condivida o quantomeno simpatizzi con la mia visione del mondo, che come sai è del tutto personale e -mi e ci risulta-piuttosto anticonvenzionale.
Dunque il parlare della necessità di formare una società autonomamente pensante mi sembrerebbe un semplice ribadire concetti che ogni giorno cerco di esprimere, magari indirettamente, attraverso i racconti del mio vivere quotidiano.

4. Kurt Cobain è passato di moda da quel mo'. Adesso i ragazzi non s'inspinaciano più; se mai s'istricizzano come il cantante dei Tokio Hotel.

Comunque, visto che come ti dicevo sei mio amico e compagno fedele di assurde sculettate,
io l'appello lo lancio, però vedi tu, alla luce di quello che ti ho detto, se sia il caso di creare un movimento con me, avido essere asociale e misantropo.

"Chiunque sia d'accordo nel cercare di portare in auge un modo di vivere e pensare scevro da qualsiasi condizionamento mediatico e commerciale, lasci un commento e un cenno di assenso".


Giusto per far star meglio il caro Antonio, che a differenza della perfida Choppa disillusa, nella gente crede e spera, riuscendo a indignarsi ancora per certi atteggiamenti che invece lei considera universali e insiti-da sempre e per sempre ormai-nella natura umana.

3 commenti:

Pa ha detto...

(Scherzando)
Kurt non è una moda.
Mtv e sempre sia lodata perché permette a gente assolutamente negata di qualsiasi capacità tecnica e artistica di avere una speranza.
Il gruppo è il gruppo, nessuno sbaglia nessuno vince, nessuno ha responsabilità, meglio così meno concorrenti un domani sul lavoro.
(non scherzo più)
piantala di imitare dei mentecatti, spegni quella cavolo di televisione, esci fai amicizia, fatti delle risse, impara il rispetto, fai esperienza.

Anonimo ha detto...

Tenere un blog, seguire i blog, lasciare commenti sui blog E' DI MODA!!!

Choppa ha detto...

@ anonimo: ti sfugge il punto della questione. Il problema non è fare, seguire o commentare qualcosa che non sia "alla moda", ma farlo, seguirlo e commentarlo infilandoci dei contenuti.
E un nome che faccia il paio con le idee, possibilmente.