mercoledì, agosto 27, 2008

Gli Arancini di Choppalbano


Dunque: il mio amico Orsogrosso lo dice sempre, che se non amassimo tanto cucinare non saremmo due ciccioni obesi da far paura (da far paura a Dio, come dice la mutter).

Oggi per esempio, come sempre da qualche tempo a questa parte, mi sveglio alle due del pomeriggio, reco meco in cucina l'idea di buttar giù un caffè e un pacchetto di crackers non salati in superficie ma in compenso ricoperti da tre dita di marmellata di more, dunque svito la macchinetta Bialetti (altresì chiamata "cos'èquelcosoblu?" da tutti gli amici e parenti, perchè in effetti è blu e una caffettiera di tal colore è cosa rara anzichenò), riempio la sua pancia d'acqua fino alla valvolina, ci tuffo il filtro a imbuto, lo piombo di polvere Mauro, rovescio il contenuto del pacchetto Mauro sul pavimento, dannaziono, spazzo il tutto, avvito e condanno la Bialetti al suo ennesimo rigurgito forzato nero. (Che era il titolo dell'album di Mauro Repetto, o sbaglio? "Rigurgito forzato nero", in onore del suo nome da caffè).

Sto per compiere il rito della colazione pomeridiana quando inavvertitamente passo davanti al frigo, con noncuranza lo spalanco e dinnanzi a me trovo le seguenti meraviglie del creato:

1) un pentolino colmo di ragù avanzato, bello tosto e rappreso, invitante nella sua lapidaria consistenza granitica

2) 4 uova

3) una mozzarella

A quel punto aprire la dispensa, trovarvi un pacco di riso, decidere di lasciar perdere la colazione quasi salutista e mettermi a cucinare gli arancini è un tutt'uno.
Così, fregandomene delle rampognate dell'amico Orsogrosso mi metto a impastare, riempire, pangrattare, salare, pepare, nocemoscare. A breve mi accorgo che due uova almeno mi serviranno per impanare le pallazze, dunque ne rimangono solo altre due per cercare di compattare il pastone di riso bollito. Crac, una. Crac, due.
Compongo gli arancini con la disinvoltura di un cieco alle parallele, pittando di ragù buona parte del mobilio e spedendo chicchi di riso inuovato ovunque (dietro al forno, nel lavello, sul soffitto, nell'iperuranio) tranne che nell'apposita terrina.

A cucina lordata e organismo pericolosamente disidratato, mi è chiaro che due uova sono decisamente poche per tenere assieme un chilo di riso.

Ma la consapevolezza di un imminente fallimento può forse fermarmi e invitarmi alla riflessione? "Assolutamente no!", sarà la vostra risposta se solo poco poco avete imparato a conoscermi.

E infatti eccomi lì, a impanare le pallazze tenute assieme con la forza di volontà e un pizzico di quella cinica fortuna che sempre veglia sui golosi: dopo cinque etti di pangrattato, le pallazze si allineano minacciose sul piatto da portata, inquietanti nel loro peso specifico di quattro chili e nella sorniona promessa di esplodere al primo contatto con l'olio bollente.

Eppure ci spero, perchè quando una è utopisticamente idiota, lo è proprio fino in fondo.

Quando l'olio di semi sfrigola attorno a un pizzico di pangrattato, vi tuffo le pallazze che di rimando mi gridano un "FRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRSSSSSSSSSH" che suona come un "fottiti tu e la tua vena gastronomica di 'stocazzo", appena prima di aprirsi in uno spatascio di carne e mozzarella ancora cruda, minando l'olio di chicchi di riso che subito si appiccicano alla pentola, creando la temibile crosta del friggitore imprudente che completerà la sua vendetta durante la fase sguramento stoviglie.

Il risultato è che alle tre del pomeriggio, per non essere costretta a buttare due chili di cibo fresco (con tutti i bambini del Biafra che muoiono di stenti e che comunque, ci tengo a precisare, schiferebbero lo stesso i miei tentativi di arancini), mi servo abbondantemente di riso fritto grondante unto e mappazza di carne e formaggio semifuso (e se c'è una cosa che mi fa schifo è proprio la mappazza di formaggio semifuso), quando tutto ciò che vorrei sarebbe un bicchiere di caffelatte e un cracker, anche scevro di marmellata.

Maledicendo la mia ingordigia mi riempio le fauci di aborto di pasto, pensando che Orsogrosso si sbaglia: se avessi cucinato per bene le pallazze le avrei congelate e riservate alla cena di domani da CrieFrancesco, cosicchè in otto ne avrebbero usufruito e goduto, e non mi sarei invece giocata fegato e dieta tentando di far sparire alla svelta la prova lampante della mia inettitudine culinaria.





ps: e sì, l'orario di pubblicazione post è giusto. Perchè credete se no che mi svegli alle 14 ogni giorno da qualche tempo a questa parte?

2 commenti:

Gianfranco ha detto...

Mi spiace essere costretto a dissentire all'ennesimo dei tuoi spledidi post, ma, da messinese doc, devo diffidarti dall'utilizzare le uova nella ricetta degli arancini! Il riso freddo si "impalla" solo sostenuto dal proprio amido e dal burro! Volendo, potrei inviarti fedele scansione della ricetta scritta di pugno dal più grande arancinaio della storia messinese... il tempo di trovarla.

Choppa ha detto...

Voglio! Credo sia chiara la mia conoscenza nulla in materia arancina, quindi grazie mille per il tuo interessamento al riguardo.

(Oddio, hai detto "burro"? Orsogrosso, è la fine!!)

e :* per i complimenti