domenica, novembre 25, 2007

Fragile (fine del concorso)

Non so se abbiate mai visto quel vecchio film dell'orrore nel quale degli alieni sbarcano sulla Terra e senza alcuna ragione cominciano a rivoltare la gente.
Dalla bocca gli parte una specie di artiglio che s'infila nel corpo del malcapitato e lo ribalta come un calzino, cosicché tutti gli organi interni finiscono all'esterno e viceversa. (La recensione di Repubblica lo definiva, non senza un certo gusto per la battuta, "rivoltante").
Ieri ho scoperto di essere così, un essere con le viscere di fuori e le profondità in superficie.
Dopo quattro giorni a strettissimo contatto con i concorrenti, le loro famiglie, i loro amici, dopo aver parlato, scherzato, dopo averli aiutati per quanto mi era possibile a stare bene, l'apparenza fragile della professionalità si è crepata lasciandomi nuda, come una carpa al sale senza più la crosta.
Mi sono messa a piangere davanti alla commissione mentre sentivo i voti della finale.
Io. Mi. Sono. Messa. A. Piangere.
Perché non ero d'accordo, perché premiare la pura capacità tecnica a scapito dell'interpretazione, delle emozioni e dunque della musica, in un concorso di livello internazionale non mi sembra giusto.
Certo, chi ha vinto era di una bravura tecnica ineccepibile. Ma bisogna andare oltre, elogiare lo stile.
Non è andata così, e con gli occhi rossi maldestramente addotti a un'allergia, sono andata a chiamare il pubblico per la proclamazione. Tutti lì, a guardare con aria interrogativa lo stato pietoso del mio volto.
Io a guardare loro.
Loro a sentire l'esito del concorso.
"Dimmi che è uno scherzo....no....è uno scherzo....."
Io che devo giustificare una scelta del genere, perché sono la diretta referente per loro, per quelli che hanno suonato, o atteso, o ascoltato, io che non condivido devo trovare una scusa.
Dovrei darmi un contegno, dire bravo a chi ha vinto e mi dispiace, ma complimenti comunque a chi ha perso, chiedere se va tutto bene, sorridere e prepararmi per il concerto finale.
Ma non ce la faccio.
Scoppio di nuovo in lacrime e produco la quantità liquida del Mar Morto, con la stessa percentuale di sale.
E intanto dico "je suis si desolée, tu etais la meilleure pour moi!", e sbavo fuori tutto quello che ho dentro, anzi, siccome gli alieni mi hanno rivoltata, sbavo dentro tutto quello che è già fuori, in me, per natura.
Parlo con il padre della seconda classificata, di quella incredibile professionista di ventun anni.
E lui, un omone di due metri che mi ricorda Depardieu, mi stringe in un abbraccio di cuoio e mi dice "Merci pour nous avoir ouvert ton coeur".
E giù lacrime di nuovo.
E poi, la vincitrice mi guarda e mi fa
"Perchè piangi?"
"Perchè sono stanca, stressata, perchè sono emozionata".
" Estas segura esto es todo?"
"Sì.....e perché siete tutti diversi, e io mi sono affezionata a tutti voi, e perché avrei fatto vincere tutti."
E perché non riesco a dirti la verità, perché ti voglio già bene e non posso pensare di confessarti che non è giusto che abbia vinto tu.
Non posso più fare questo mestiere, è un fatto.
Non finché avrò lo stomaco, i polmoni, i vasi sanguigni, non finché avrò il fottutissimo cuore al posto della pelle.

Prima del concerto, per fortuna arriva D. che mi porta a comprare una stecca di cioccolata alle nocciole al mercatino di Santa Lucia, e mi sopporta osservando sconcertato la mia faccia decomposta dal pianto.
Come sempre il suo fare sicuro e posato mi tranquillizza, mi riporta dentro e mi sta vicino mentre ascoltiamo esibirsi le vincitrici.
Alla fine urlo "brave!" e lo penso davvero.
Alla fine mi si avvicina il Maestro T., massima autorità nel campo clavicembalistico, nonché presidente della giuria, nonché personaggio puntiglioso e segaligno, mi dice:
"Signorina se non le dispiace vorrei parlarle in separata sede".
Penso: "è la fine. Mi licenziano. Non possono tenere una smidollata sbudellata come me. Ma chissenefrega, se mi rifilerà il cazziatone lo accetterò e mi sarà di lezione".
E invece l'esimio Professore mi abbraccia, mi bacia, mi dice "in questi casi non bisogna mai lasciarsi andare troppo alle emozioni, capisco benissimo cosa prova perché lo provo anch' io. Ogni volta mi dico che non riparteciperò mai a un concorso ma sempre ci ricasco".
Resto senza parole, vedo sepolte sotto le sue lauree ad honorem tutte le emozioni che conosco.
Penso che forse tutti siamo stati rivoltati dagli alieni, chi più chi meno, e anche gli insospettabili hanno, al posto di uno spesso strato di epidermide, un tessuto fatto di cuore e muscoli vivi, così difficile da proteggere.

7 commenti:

Andrea (sdl) ha detto...

UN post impagabile. Umano e sincero. Mi hai commosso pure a me. Stupendo il post, stupende le parole.

Complimenti.

Andrea (sdl)

Choppa ha detto...

Grazie infinite caro.

Choppa ha detto...

Anche a te, poeta :)

.C annA ha detto...

...pelle d'oca!!!

Bellissimo!
Ma veramente bello, bello, bello!!!


...grazie!

DRESSEL ha detto...

Lo so. Lo so bene cosa intendi. Un abbraccio.

Unknown ha detto...

Prima di tutti i complimenti, sentiti e sinceri. Poi un commento: se questo mondo ha ancora qualche speranza di sopravvivere al genere umano, è perchè esistono ancora persone che hanno "...un tessuto fatto di cuore e muscoli vivi...". Ciao!

Choppa ha detto...

@walter: in tempo reale! Grazie amico, dei complimenti e della conferma.