venerdì, settembre 28, 2007

In fondo

Oggi son capitate un paio di cose buffe.
Buffe, vabbè, orribili.
Ma buffe.
In fondo.
Alle otto e mezza mattutine ho scalato le ripide pendici della facoltà di lettere per giungere all'altitudine vertiginosa del dipartimento di filologia classica e sostenere - gloriosa Messner delle scienze umanistiche- l'esame di Storia della tradizione manoscritta.
Con i polmoni che tentavano di stare al passo colle mie gambe (non ce l'hanno fatta. Sono ancora a Casalecchio ad aspettare il 93), ho visto arrivare una donnicciuola puntuta che con una stilettata d'iride ha decretato che
l'esame
sarebbe stato rimandato
al giorno seguente.
Causa sbreguziogino sfreguleo,
o qualcosa del genere, non ho capito bene perchè a quel punto mi ero già fiondata giù dal monte Lettere per planare all'Esselunga per fare la spesa prima di affrontare il pomeriggio extra di studio,
E proprio all'Esselunga succede la seconda cosa buffa della giornata.
Buffa, vabbè, orribile.
Ma buffa, in fondo.
Ho incontrato l'orrido laido che mi perseguita sull'autobus (o meglio, mi perseguitava quando ancora ero senza patente salvagente), e già mi si è coagulato il sangue nelle vene al solo vederlo.
Poi, quando ho notato che era in compagnia di moglie carrellata e figliolo passegginato, il sangue mi si è ridisciolto e ricoagulato nel giro di mezzo secondo.
Per lo stesso quantitativo temporale (più o meno quello che ci vuole a dire "vaffanculo brutto porco") ho avuto la tentazione di spifferare tutto alla consorte, ma alla fine mi sono trattenuta.
Era più urgente per me comprare i biscotti alle fave di cacao che sputtanare il primo stringipacco-onanista-d'autobus.
Terza cosa buffa, anzi orribile, ma in fondo buffa è che ho mangiato un casino di pollo. Arrosto in due piadine arrotolate per pranzo, lesso in insalata per cena.
Quarta cosa buffa, 'stavolta non troppo orribile anche se in fondo non ne sono sicura, nella tangenziale intasata ho ascoltato "Il tempo non torna più" della Mannoia cinque volte e ho pianto sempre nello stesso punto, cioè quando dice " e la paura e la noia che tornano piano, la solitudine porta così lontano".

Praticamente, una donna allo sbando.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pensa che leggerti mi fa sentire meno triste e arrabbiata, per il mal o meglio non funzionamento delle mie caselle di posta!
Questa è stata la settimana del litigio cosmico con l'informatica.
Devo seguire un corso di francese in linea entro il 31, non attivabile sul mio computer, ovviamente, ma nemmeno sui compiuter delle aule informatica occorrono aule specializzate 2 in tutta la città, una apre l'8 ottobre, l'altra sembra disponibile. Dico sembra poichè arrivate (un'altra fille desolata e moi) in un palazzo stile Adams che è la sede, ovviamente, di anatomia la porta è chiusa. Analfabete di francese chiediamo al custode che purtroppo ha una paralisi facciale e non parla chiaramente, ( noi non capiamo neanche i belgi con grandi abilità articolatorie) così andiamo all'ufficio di organizzazione dei corsi che ci rivela che la sala deve essere sorvegliata e non è ad accesso libero (dirlo prima?) così ci mettiamo d'accordo per orari e giorni. Primo giorno la sorvegliante non riesce ad aprire la porta, aspettiamo un' ora un uomo forzuto che la apre per noi; i computer non si accendono e quando finalmente lo fanno la mia password risulta non valida; proviamo in tutti i terminali fino a che uno non la accetta; dopo un oretta di lavoro al computer il mio decide di bloccarsi, la sorvegliante mi comunica che bisogna resettare e probabilmente perderò tutto il mio lavoro; sto per avere un infarto, ma cerco di controllarmi, poichè i belgi sono o molto menefreghisti o imperturbabili o semplicemente gentili, gentili, ma freddi come dei ghiaccioli e mi scrutano come l'ennesima pazza italiana, così passo ad un altro computer che dopo mezz'ora si accende e fortunatamente mi comunica che non tutto è andato perduto, ma il tempo si, poichè la sorvegliante ci dice Au revoir dovete lasciare l'aula. Ebbene si queste cose non succedono solo in Italia ma anche in Belgio solo che qui niente sole e solo pasta scotta! Vabè dai ci sono sempre le patatine......
Tanti baci Giorgia

Choppa ha detto...

e le cozze, giorgia, non dimenticare le cozze.
Questi sono gli aneddoti succosi che, una volta tornata in patria, renderanno meraviglioso i lricordo della tua esperienza.
baci

Anonimo ha detto...

Ciao Gio!!! Come va? Vabbé, comunque per quanto riguarda le sfighe io sono SEMPRE il numero 1!!!
Me ne succedono mediamente...fatemi pernsare...8/9 al giorno direi...la macchina che non va, il controllore che sale sul 14 (scusi, lei cosa ci fa qui? Qeusto è il 14...non ci sono mai i controllori sul 14!!), la pasta che s'è dimenticata d'avvertirmi che non avevo salato l'acqua, la mia migliore amica che impazzisce diventando semi-autistica e il mio migliore amico senza macchina che mi chiede passaggi a go-go...
Però, come dici tu choppa, "tocca vivere"...

Bacione (ps. che corso fai all'Uni??)

Claire. ha detto...

Pollo, droga e rock'n'roll.
Mmmmmmmm. Io avrei infilato il sonaglino che l'orrida creatura figlia del maniaco avrà sicuramente avuto a portata di passeggino nel primo suo (del maniaco, eh) orifizio disponibile, ma lo sai, non sono una signora, mica come te!
Ma ce l'hai sta biografia di Rupert Everett, o no, gloriosa Messner delle scienze umanistiche? E la vuoi smettere di piangere ascoltando canzoni? Devo imbottirti la macchina di cd di Caili Minòg?

Choppa ha detto...

@claire: sì.