mercoledì, marzo 21, 2007

Firenze Campo Marta

Che problemi hai?
Quale tipo di aborto spontaneo si annida nella tua mente spacciandosi per maturità emotiva?
Perchè non riesci a stare lontana da qualsiasi cosa assomigli a un vizio, un pericolo, un placebo scaduto per la tua autostima?
Sei un voluminoso ammasso molle attraversato da correnti di passioni che neanche l'idrante del drago Grisù potrebbero estinguere.
E lo sai.
Prepari biscotti alle due di notte mentre fuori tira un vento che erano mesi che non tirava così, mettendoli in una scatola di latta cercando di non far rumore, la stessa scatola che domani risuonerà nella tua borsa per le strade di Firenze, vendicandosi della nottata di forzato mutismo.
Hai dormito poco, passando le ore aggiungendo farina e limone e ripetendoti in testa una brutta canzone alla moda, sperando che riesca a evaporare, prima o poi.
Devi scegliere in fretta i vestiti se non vuoi perdere il treno: i pantaloni verdi larghi (per forza, sono gli unici non del tutto sbragati, perchè si sa: struscio di coscia stoffa non lascia), la maglia di lino blu, il maglioncione viola, la borsa rossa e le scarpe da camminata comprate, ti ricordo mia cara, dal tuo ragazzo, per l'occasione incazzato nero.
Non provi niente se non la voglia di vomitare la cena cinese consumata in fretta a casa di amici la sera prima.
Non provi niente se non una paura fottuta di:
perdere il treno
mostrarti per il casino che fisicamente ed emotivamente sei
non sentirlo più.
Riesci a salire sulla carrozza nove, in compagnia di una mandria di giovani milanesi in carriera e di un tizio che ti guarda storto.
Quando lo vedi aspettarti al binario sorridi, nonostante il tuo cervello abbia rinunciato a cercare di governarti più o meno all'altezza di Monzuno. Pensi sia orribile incontrare qualcuno conosciuto in chat. Sarebbe meglio dire sconosciuto, giusto Marta?
Ecco che cosa pensi mentre le tua gambe camminano verso il Duomo, un balletto dei neuroni che dovresti conoscere a memoria: "parlerò finchè la mia lingua non assumerà le dimensioni di un materassino da mare, non starò zitta un secondo in modo da non sentire la sua delusione, la mia delusione, anche se non dovrei essere delusa perchè non è che debba succedere niente perchè amo il mio ragazzo e chi amerebbe mai me? non ho voglia che qualcun'altro mi ami o sì, non importa, ha dei bei capelli corvini e tantissimi denti come faccio a non fissare tutti i denti che ha e un anello con una pietra scura mentre io ho solo una grossa borsa che emette suoni metallici a ogni mio passo, non parla mai certo come potrebbe sto parlando solo io oddio si accorgerà che sto parlando solo io?"
Ricevi i suoi regali e ti si gonfia qualcosa dentro, non perchè ci siano, ma perchè ognuno di essi presuppone un'apparecchiatura, una preparazione preliminare, un interessamento verso di te che fai sempre fatica ad accettare. Sei un uovo crudo senza guscio, basta un cd masterizzato per farti crollare, è sempre stato così.
E lo sai.
Non dovrebbe importarti, e allora perchè sei tanto felice mangiando un pezzo di torta bretone in due seduti su un gradino a parlare di amori finiti? Quando riceve una telefonata chiudi gli occhi senza farti scoprire, ascoltando quella voce che potrebbe farti addormentare serena anche in mezzo a un concerto degli Slipknot.
Sotto un nubifragio annunciato i tuoi capelli si bagnano, si bagna il maglione di lana che s'infeltrisce un po'. Per fortuna è di una buona marca, dirà tua madre mettendolo con mani rassegnate a bagno nel catino.
Tu no. Tu non sei di una buona marca, neanche di una marca decente, nè appena passabile se è per questo. Tu t'invaghisci. T'invaghisci di chiunque abbia un paio di occhiali che gli lascino il segno ai lati del naso, di chiunque mostri gentilezza e interessamento nei tuoi confronti, il che ci riporta alla domanda iniziale.
Che problemi hai?
Perchè non riesci a scappare via mentre ti parla di fotografia e tu non hai niente da dire al riguardo, tranne che ti affascina e credi che possa dire molto più di quanto riesca a fare una montagna di libri? Sì, ti piace Man Ray, ma no, non sai cosa vogliano dire le sue labbra in primo piano nè quella serie di cifre che seguono la parola "obiettivo".
Non sai perchè mentre Firenze sfrigola malinconia tu ti senti obbligata a pensare alle parole di "The hardest part" dei Coldplay e devi sforzarti per non metterti a cantarla a squarciagola, non lo sai e non saprai mai perchè segui i suoi occhi marrone chiaro che passano dal tuo naso a patata ai libri esposti da Feltrinelli, non lo sai, non lo sai perchè sei lì e non vuoi andare a fondo per scoprirlo ed è questo il tuo problema.
Quando risali sul treno per tornare a casa, un po' per l'ansia che si scioglie, un po' perchè ti accorgi che "è tutto qui? è già finito?" senti le lacrime avvicinarsi all'esondazione.
Riesci a salire sulla carrozza nove, in compagnia di un gruppo di inglesi che parlano di rugby e di un tizio che ti guarda strano, aspettando il cedere della diga, un singhiozzo, uno sfogo, che funga da diversivo alla sua pendolarità assassina.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà perchè da qualche giorno
ho un forte mal di testa ......

Choppa ha detto...

ah ah ah.
guarda che io parlavo di amore e affetto amicale. Lo sai che tu sei sempre il mio scemetto preferito.
Le stesse cose mi capita di provarle per le mie sorelle o per le mie amiche. Quindi donciu uorri

Anonimo ha detto...

Allora meno male che era soltanto mal di testa! :)