sabato, luglio 05, 2014

Giusto per mettere le cose in chiaro

In breve, 
giusto per aggiornamento: 
sto bene. Ballo ogni giorno sull'orlo dell'abisso, fabbricando collane con gli aghi di pino.
Do da mangiare ai gatti, conto i giorni, aspetto il calare del sole per trovare refrigerio. 
Il mio paese non mi è mai sembrato così bello, la mia pelle così liscia, i limoni nella fruttiera così maturi. 
Sono felice. 
Mi cucino pasta con le verdure e polpette di pesce, rido spesso, vado alle prove con i gruppi e muovo i fianchi a ritmo di rock'n'roll.
Ordino qualche pizza.
Ordino dal catalogo dei surgelati Eismann: ogni due settimane arriva il furgone che porta le casse di buste coi gelati, con la pasta sfoglia, le bietole a cubetti e il merluzzo impanato.
Il signore della Eismann si chiama Alessandro e una volta che faceva molto caldo mi ha raccontato della sua storia d'amore con una ragazza siciliana molto più giovane, che è contento e lo aspetta ogni sera quando torna col furgone dei surgelati.
Io mi immagino questa ragazza che gli prepara i piatti di pasta fatti in casa, la caponata, gli involtini di melanzane e non si sognerebbe mai minimamente di ordinare dai cataloghi Eismann. 
Sto scrivendo il libro nuovo e voglio metterci il cuore. 
A me non importa niente se "metterci il cuore" è qualcosa che ti dicono anche per infilare un filo nella cruna, e che è sdolcinato o altro; io ce lo metto e basta. 
Ce lo metto e fa lo stesso.
Sto scrivendo un libro che voglio sia luminoso, incoraggiante, divertente, ricco d'amore. 
Non mi importa del resto, dei cinici, di chi storce il naso. Dei resoconti, di chi lo vorrà cambiare, di chi dirà che non va bene perché è un libro troppo contento.
Ho capito che il mio mestiere è questo, è mettermi a scrivere con il cuore al posto dei polpastrelli. 
E' attraversare i giorni per farne scaturire meraviglia; io sono così, io vedo la meraviglia. 
Non mi importa niente dell'asfalto, che è duro e ti ferisce se lo colpisci. 
Io voglio tutto, asfalto gelati e ferite. 
Ho sempre voluto tutto, il sole e la vita e la pioggia e le brutte figure. 
Non accetterò niente di meno, niente di diverso, 
se non la felicità assoluta, finché vivo, finché ho appetito. 

(Non mi importa se questo post sembra la pubblicità del cornetto 5 stelle Sammontana).

Ho deciso che da ora in poi starò bene e che tutto quello che mi diranno, che progetteranno gli altri per me, non avrà che un senso lontano lontano, lontanissimo dalla mia pelle.
So quello che voglio, finalmente, ed è sembrare del tutto stupida e scioccamente ottimista e spudoratamente, scandalosamente, schifosamente, imbarazzantemente felice  a un mondo ricco di persone molto tristi, molto realiste, molto ciniche, molto intelligenti. Molto poco sicure di sé.
Molto diverse da me. 
E poi dirgli "guarda che essere felici è un viaggio meraviglioso", e raccontargli perché. Farglielo leggere. 
Andare ognuno per la propria strada, con in mano un sorriso o un gelato o un dubbio in più. 
Essere me, essere nient'altro che me. 
Questo voglio. 
Senza aver paura di nessuno. 





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